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Home » Cultura » Chi è la Dark Lady? Tra cinema e romanzi la femme fatale è ancora una figura magnetica

Chi è la Dark Lady? Tra cinema e romanzi la femme fatale è ancora una figura magnetica

La dark Lady incanta da secoli. Ecco come è cambiata tra romanzi e film adattandosi ai tempi moderni e ad una immagine più complessa.
Tiziana MorgantiDi Tiziana Morganti14 Marzo 2025
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La fiamma del peccato
La fiamma del peccato (fonte: Palazzo delle Esposizioni)
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La figura della Dark Lady, conosciuta anche come femme fatale, è una delle più affascinanti e controverse della letteratura e del cinema. Misteriosa, seducente e spesso pericolosa, questa donna è capace di stregare gli uomini con il suo fascino irresistibile, portandoli alla rovina o alla perdizione.

Ma chi è davvero la Dark Lady? Quali sono le sue origini? E soprattutto, ha ancora un posto nella narrativa contemporanea o si tratta di un archetipo superato?  Iniziamo con il dire che il concetto di Dark Lady nasce nella letteratura molto prima che il cinema la rendesse una figura iconica. Uno dei primi riferimenti si trova, addirittura, nei Sonetti di Shakespeare. Qui, infatti, viene descritta una donna enigmatica e seducente, capace di tormentare l’animo del poeta con il suo comportamento ambiguo.

In epoca romantica, però, il tema della donna fatale si sviluppa ulteriormente con personaggi come Carmen, protagonista dell’omonima novella di Prosper Mérimée. Il personaggio, infatti, incarna la libertà sessuale e il potere distruttivo della seduzione. Ma è con il romanzo ottocentesco che la Dark Lady assume tratti più definiti. La troviamo, ad esempio, nelle eroine di Dostoevskij, nelle donne manipolatrici delle opere di Emile Zola e, soprattutto, nelle grandi protagoniste del Decadentismo, come la Salomè di Oscar Wilde o la Fosca di Igino Ugo Tarchetti.

Rita Hayworth nel film Gilda
Rita Hayworth nel film Gilda – Fonte: Cabiria Magazine

Il cinema, dunque, non poteva che innamorarsi di queste protagoniste così ambigue, tanto da sancire la loro immortalità con il genere noir degli anni ’40 e ’50. Questi film, caratterizzati da atmosfere cupe e trame ricche di inganni e tradimenti, hanno trasformato la femme fatale un elemento imprescindibile del racconto. Icone come Barbara Stanwyck in “La fiamma del peccato” (1944) o Rita Hayworth in “Gilda” (uscito proprio il 14 marzo del 1946) hanno reso indimenticabile l’immagine della Dark Lady: una donna bellissima e letale, spesso in abiti seducenti, con lo sguardo magnetico e un’anima ambigua.

Figure femminili, dunque, che sfidano i ruoli tradizionali delle donne dell’epoca, rifiutando di essere semplici mogli o fidanzate fedeli. La loro forza risiede proprio nella capacità di manipolare gli uomini, sfruttando la loro bellezza e intelligenza per ottenere quello che desiderano, spesso a costo della vita di qualcuno.

Ed oggi, cosa è accaduto alla femme fatale? Si è evoluta o è scomparsa lasciando il posto ad altri archetipi? Ovviamente si tratta di un modello troppo forte per dissolversi nel nulla. Piuttosto ha mutato alcuni aspetti per adattarsi all’era moderna. Il cinema contemporaneo, ad esempio, ha riletto il concetto di Dark Lady,spogliandolo dei cliché più rigidi e rendendolo più sfaccettato. Percorso scelto anche dalla letteratura che, negli ultimi decenni ha consegnato dei personaggi femminili sicuramente più complessi e meno scontati.

Nonostante i cambiamenti culturali e sociali, dunque, la figura della Dark Lady continua a esercitare un fascino irresistibile. Il motivo? Probabilmente perché incarna il lato oscuro del desiderio e il potere della seduzione, due elementi che affondano nelle paure e nelle fantasie collettive. Oltre a questo, poi, In un mondo in cui le donne combattono ancora per l’uguaglianza e il riconoscimento, questi personaggi rappresentano un simbolo di libertà e autodeterminazione, anche se spesso in chiave ambigua.

 

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