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Home » Cultura » Chi era Phineas Barnum e perché il suo circo fu controverso?

Chi era Phineas Barnum e perché il suo circo fu controverso?

Barnum è sinonimo di circo, ma Phineas Barnum è stato un imprenditore controverso e discusso. Ecco la sua storia.
Silvia GrazioliDi Silvia Grazioli18 Marzo 2025
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Alcune stelle del Circo Barnum
Alcune stelle del Circo Barnum (fonte: Nuova società)
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“Ladies and gents, this is the moment you’ve waited for”. Danzando a braccetto di spettacolari coreografie in una arena circense, Hugh Jackman apre cantando a voce profonda l’iconico film musical del 2017 The Greatest Showman. Jackman in questo lungometraggio interpreta Phineas Taylor Barnum, un piccolo artigiano che in pochi anni diventerà un magnate nel settore dell’intrattenimento americano ottocentesco. Questa incredibile storia in realtà è realmente esistita, ma senza l’edulcorata favola disneyana che nasconde macabri dettagli e scelte immorali compiuti da Barnum, rendendo il grande spettacolo la facciata smagliante di un lato oscuro.

Barnum nacque nel 1810 a Bethel, un paesino nel Connecticut. Iniziò la sua carriera lavorativa assistendo il padre Philo Barnum in piccoli lavoretti da sarto, locandiere e magazziniere. Ben presto aprì un emporio, ed iniziò ad esplorare il mondo delle speculazioni immobiliari, divenendo abile nella contrattazione esibendo l’arte dell’inganno. Nel 1834 vendette il suo negozio e si trasferì a New York City dove già nel 1835 iniziò a dare corpo alla sua nuova idea di fonte di reddito, puntando sull’intrattenimento.

Ritratto di P.T Barnum e Charles Sherwood Stratton (fonte Cronhill)
Ritratto di P.T Barnum e Charles Sherwood Stratton (fonte Cronhill)

Iniziò a fare lo showman con l’acquisto e l’esposizione di una schiava afroamericana ottantenne cieca e quasi completamente paralizzata, Joice Heth, che Barnum sosteneva fosse stata l’infermiera di George Washington e che avesse più di 160 anni; seguì il cuoco afroamericano William Henry Johnson che appariva negli spettacoli di Barnum descritto come “mezzo uomo, mezza scimmia, una creatura trovata nelle terre selvagge dell’Africa”.

Fin da questi primissimi tentativi Barnum utilizzava la menzogna, l’esposizione di persone con gravi difficoltà fisiche, psichiche o socialmente emarginati come fenomeni da baraccone. Capì immediatamente come lo sfruttamento dei freaks (esseri abnormi) sarebbe stato necessario per la sua idea di profitto in cui il marketing si basava su meri pregiudizi razziali di inferiorità degli afroamericani.

I freaks di Barnum (Foto di Reinhold Thiele/Getty Images)
I freaks di Barnum (Foto di Reinhold Thiele/Getty Images)

Barnum divenne famoso nel 1842 per aver creato il Barnum’s American Museum, un luogo incredibilmente spettacolare con dipinti giganti di animali, giri in mongolfiera, spettacoli dal vivo con giocolieri, maghi, danzatrici e danzatori. Molti freaks furono ingaggiati, albini, giganti, nani, gemelli siamesi, ragazzi obesi o con serie malformazioni fisiche. Tra di essi spunta la storia di Charles Stratton, il nano generale Tom Thumb osannato come “la persona più piccola che abbia mai camminato sulla faccia della Terra” che all’epoca aveva solo quattro anni. Attraverso un duro addestramento gli insegnarono a imitare Napoleone, obbligandolo a bere vino e fumare sigari per il grande divertimento del pubblico. Verso la fine del 1846 il Barnum’s American Museum attirava 400.000 visitatori all’anno.

Ma fu solo nel 1872 che Barnum si impose come fondatore del primo circo itinerante più grande mai realizzato, intitolato The Greatest Show on Earth. Un enorme spettacolo con 3 piste, quattro palcoscenici, che poteva ospitare ventimila spettatori. Oltre allo show dei freaks l’attrazione principale dello spettacolo era Jumbo, un elefante africano che acquistò allo zoo di Londra e che decenni dopo diede lo spunto a Walt Disney nella stesura della sceneggiatura di Dumbo. Dopo una serie di terribili incendi che distrussero il circo, nel 1881 Barnum si obbligò a collaborare con il suo rivale storico James Anthony Bailey con cui ideò il Barnum & Bailey’s, una fenomenale rappresentazione che ospitò fino a trenta elefanti, numerosi cavalli, animali esotici, acrobati, spettacoli di freaks e ovviamente il famoso General Tom Thumb. Barnum divenne famoso in tutto il mondo, questa volta non solo come iperbole.

La locandina del circo di Barnum (fonte Connecticut History)
La locandina del circo di Barnum (fonte Connecticut History)

Negli ultimi anni della sua vita Barnum scese infine in politica, eletto alla legislatura del Connecticut come rappresentante repubblicano ricoprendo quattro mandati e divenne anche sindaco di Bridgeport. Fu colpito da un ictus durante uno spettacolo mentre era in scena e morì nel sonno nella sua casa nel 1891. Alla sua morte l’opinione pubblica lo aveva perdonato per le sue posizioni razziste e fu elogiato per le sue buone azioni in politica. Barnum fu salutato come un’icona dello spirito e dell’ingegno americano, simbolo del successo a tutti i costi, sfoderando l’inganno e la coercizione, calpestando valori fondamentali quali dignità e libertà verso animali e persone. “L’arte più nobile è quella di rendere gli altri felici”. La celebre citazione di Barnum ha il sapore acre del marketing più spinto che, mentre ti fa l’occhiolino, nasconde dolorose verità sotto un mantello di apparenti meraviglie.

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