Negli ultimi decenni, la scienza ha cercato di comprendere due dei più grandi misteri dell’universo: la materia oscura e l’energia oscura. Queste componenti invisibili costituiscono circa il 95% del cosmo e influenzano la sua evoluzione. Tuttavia, nuove osservazioni suggeriscono che ciò che si sapeva finora potrebbe non essere corretto. Gli scienziati del progetto DESI (Dark Energy Spectroscopic Instrument) hanno raccolto dati che indicano come l’energia oscura, la forza che spinge l’espansione dell’universo, potrebbe non essere costante nel tempo. Se confermato, ciò significherebbe un cambiamento epocale nella cosmologia.

L’energia oscura è stata scoperta nel 1998, quando gli astronomi osservarono che l’universo si stava espandendo sempre più velocemente. Secondo la teoria prevalente, questa forza dovrebbe essere costante. Tuttavia, il progetto DESI, che utilizza migliaia di telescopi in miniatura per analizzare milioni di galassie, ha mostrato che questa accelerazione potrebbe non essere uniforme. I dati suggeriscono che l’energia oscura abbia raggiunto un picco quando l’universo aveva il 70% della sua età attuale, per poi iniziare a diminuire di circa il 10%.
Questa scoperta ha implicazioni enormi. Se l’energia oscura continuasse a indebolirsi, l’universo potrebbe smettere di espandersi e addirittura invertire il processo, portando a un ‘Big Crunch’, ovvero un collasso finale dell’universo. Finora si pensava che il cosmo sarebbe finito in un ‘Big Freeze’, con le galassie sempre più distanti e isolate. Ma questi nuovi dati mettono in discussione questa ipotesi.
Gli scienziati sono ancora cauti. Sebbene molti esperti abbiano abbandonato il loro scetticismo iniziale, il fenomeno deve ancora superare il rigoroso test della comunità scientifica. Alcuni ricercatori ritengono che, con ulteriori dati, si possa arrivare a una conferma definitiva. Il telescopio Euclid dell’ESA, lanciato nel 2023, sta contribuendo con nuove osservazioni sempre più dettagliate.
Il cambiamento nella nostra comprensione dell’energia oscura potrebbe indicare che le leggi della fisica, così come le conosciamo, non sono complete. Non è la prima volta che accade. Einstein stesso modificò la sua teoria della relatività generale dopo aver scoperto che l’universo era in espansione. Ora, grazie a strumenti avanzati e nuove scoperte, potremmo essere sull’orlo di una rivoluzione scientifica simile.