Sono ormai state rese pubbliche le cause ufficiali della morte di Papa Francesco, dovuta a ictus cerebrale e collasso cardiocircolatorio irreversibile. Sta ora facendo il giro del web l’espressione “Facies Hippocratica” riferita ai suoi ultimi giorni: vediamo allora che cosa indica e cosa può dirci dello stato di salute del Pontefice poco prima del decesso.
Con Facies Hippocratica (letteralmente “faccia ippocratica”) si intende un segno clinico tipico dei pazienti affetti da peritonite o febbre da tifo, o in generale in punto di morte. Il nome deriva da questo passaggio del Prognostico di Ippocrate:
“[Se l’aspetto del viso] può essere descritto così: il naso affilato, gli occhi infossati, le tempie incavate, le orecchie fredde e tese e i loro lobi distorti, la pelle del viso dura, tesa e secca, e il colore del viso pallido o livido… e se non vi è alcun miglioramento entro [un determinato periodo di tempo], si deve capire che questo segno preannuncia la morte.“

Espressività del volto ridotta, colorito pallido, naso affilato e occhi incavati, tipici della Facies Hippocratica, sono causati dalla riduzione della circolazione periferica, ossia una riduzione dell’apporto di sangue e ossigeno nelle zone meno vitali del corpo. Si tratta di una condizione osservata anche in molti pazienti affetti da patologie cardiache, polmonari o sistemiche, e che molti esperti hanno notato anche sul volto di Papa Francesco la scorsa domenica di Pasqua: era quindi evidente a molti membri della comunità scientifica che la salute del Pontefice era ormai irrimediabilmente in declino.
I medici escludono la possibilità che la polmonite bilaterale di cui aveva sofferto di recente o la conseguente insufficienza respiratoria siano collegate all’ictus che gli è stato fatale: molto più probabile, invece, che esso sia stato causato da un picco di ipertensione, di cui Papa Francesco soffriva ormai da tempo. Secondo gli esperti, comunque, il suo quadro clinico era ormai complicato da varie patologie, e anche se si fosse trovato già in ospedale al momento dell’ictus sarebbe stato praticamente impossibile salvarlo.