Se una parola che si conosce benissimo all’improvviso sembra sbagliata o strana, quasi come se non si fosse mai vista prima. O se si cammina per una strada che si fai ogni giorno e la si percepisce come aliena abbiamo uno jamais vu. È l’esatto opposto del più noto déjà vu, e se il primo ci fa pensare di aver già vissuto qualcosa di nuovo, il secondo ci fa sentire estranei a qualcosa che in realtà conosciamo molto bene. È un’esperienza insolita e inquietante.
Il termine jamais vu significa letteralmente “mai visto”, ed è stato studiato a fondo da Akira O’Connor e Christopher Moulin, due ricercatori che hanno scoperto quanto questo fenomeno sia legato alla ripetizione e alla perdita di senso delle cose familiari. In pratica, quando ripetiamo troppo qualcosa, come scrivere la stessa parola decine di volte, il nostro cervello “spegne” la sensazione di familiarità e comincia a vedere quella parola come nuova o strana. Questo perché il sistema di riconoscimento del cervello, che normalmente lavora in sintonia con la realtà, si disallinea e manda un segnale: “qualcosa non torna”.
Nei loro esperimenti, O’Connor e Moulin hanno chiesto a decine di studenti universitari di scrivere la stessa parola più e più volte, parole comuni come porta o spada. Dopo circa 30 ripetizioni, la maggior parte dei partecipanti ha interrotto spontaneamente il compito, dicendo che le parole avevano perso significato, sembravano sbagliate o addirittura false.

Ma il jamais vu non si manifesta solo in laboratorio. Può capitare nella vita quotidiana. Un musicista che perde il filo in un brano che conosce a memoria, un guidatore che si sente disorientato al volante su un tragitto familiare, una persona che guarda un volto caro e improvvisamente non lo riconosce. Anche se è raro, può essere molto disturbante. Uno degli autori della ricerca racconta di essersi dovuto fermare con l’auto in autostrada perché i pedali e il volante gli sembravano “nuovi”, come se non li avesse mai usati prima.
Cosa succede esattamente nel cervello durante un episodio di jamais vu? Secondo gli esperti intervistati da Medical News Today, la spiegazione più condivisa è quella della saturazione mentale: quando il cervello riceve troppe volte lo stesso stimolo, finisce per “sovraccaricarsi” e disattivare la connessione tra stimolo e significato. È come se l’informazione diventasse così automatica da non sembrare più reale. Questo non riguarda solo le parole: può succedere anche con oggetti, luoghi, suoni.
Una curiosità interessante è che qualcosa di simile si ritrova anche nel disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Chi ne soffre, per esempio, può controllare più volte se il gas è spento o la porta è chiusa, ma ogni volta che lo fa l’azione perde senso e sicurezza, creando un circolo vizioso. Gli studi sul jamais vu potrebbero quindi aiutare a capire meglio certi meccanismi psicologici complessi.