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Home » Spettacolo » Il vero finale di Pretty Woman era meno “pretty” di quello che pensate

Il vero finale di Pretty Woman era meno “pretty” di quello che pensate

Un fallimento e un cambio di produzione in questo caso hanno portato a riscrivere il finale di uno dei film più romantici degli anni '90.
Chiara SeriolaDi Chiara Seriola28 Maggio 2025
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Pretty Woman: Vivian e Edward nel film
Richard Gere e Julia Roberts in Pretty Woman. Fonte: Warner Bros.
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Pretty Woman, una delle commedie romantiche più famose nella storia del cinema, in realtà nasce come una pellicola drammatica. Nella versione che tutti conosciamo Edward (Richard Gere), si presenta sul pianerottolo di Vivian (Julian Roberts), con in mano un mazzo di rose bianco e pronto a dichiarare il proprio amore. Nonostante lui sia un ricco e potente uomo d’ affari e lei una prostituta, l’amore vince su tutto, dissipando ogni differenza, ogni pregiudizio e le reciproche vulnerabilità. Una commedia dai toni leggeri e divertenti, con un finale degno di ogni storia d’amore che si rispetti e con il tanto agognato e vissero per sempre felici e contenti.

Nella sceneggiatura originale di J.F. Lawton però non abbiamo alcuna favola. I toni sono sicuramente più cinici e cupi, partendo dal titolo stesso: $3000 (il prezzo pattuito tra i protagonisti) e con un finale che prevede Edward che caccia Vivian dall’auto, gettandole addosso i soldi e lasciandola in un vicolo sudicio di Los Angeles. La scena si sarebbe poi conclusa con Vivian in viaggio per Disneyland con un’amica. Si prospettava una giornata divertente (grazie ai 3000 $) ma, anzichè essere entusiasta, Vivian si ritrova a fissare il vuoto.

richard gere e julia roberts in pretty woman
Richard Gere e Julia Roberts in Pretty Woman. Fonte: Warner Bros.

Tuttavia, la Preston Pictures fallì in corso d’opera e i diritti furono acquistati dalla Walt Disney Studios, famosa per le storie a lieto fine. Come arrivarono a stravolgere la trama? I motivi furono molteplici. Negli anni ’90 le commedie romantiche erano un successo assicurato e i produttori intuirono che una storia alla Cenerentola sarebbe piaciuta a molti. Lo stesso regista, Garry Marshall, aveva una naturale predisposizione per le storie d’amore e la sua sensibilità giocò un ruolo fondamentale. Molti nomi rilevanti rifiutarono il ruolo dei protagonisti, ma l’alchimia che si creò tra Julia Roberts e Richard Gere non fece altro che rafforzare l’idea di cambiare.

Pretty Woman è stato un successo al botteghino, regalando al pubblico una storia d’amore da manuale. Pur mantenendo un tono leggero trasmette un messaggio positivo sulla possibilità di cambiamento e sull’importanza di andare oltre le apparenze. Vero è che un finale più crudo avrebbe potuto smuovere riflessioni più profonde sui temi come lo sfruttamento e le diseguaglianze. Avremmo potuto avere un film molto diverso, forse meno popolare ma potenzialmente più significativo a livello sociale.

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