Uno studio iraniano ha aperto una nuova ipotesi: che ansia, insonnia e depressione possano in parte trasmettersi tra partner attraverso lo scambio di batteri orali, come quelli che avvengono con i baci o semplicemente condividendo spazi e cibo. Dopo solo sei mesi di matrimonio con una persona depressa, individui inizialmente sani hanno mostrato un peggioramento del proprio benessere mentale, rispecchiando quello del partner.
La ricerca è stata guidata dallo scienziato iraniano Reza Rastmanesh e pubblicata sulla rivista Exploratory Research and Hypothesis in Medicine. Il team ha studiato 268 coppie appena sposate, in cui solo uno dei due partner mostrava una combinazione di depressione moderata, ansia e gravi disturbi del sonno. I partner sani, privi all’inizio di disturbi psicologici, sono stati monitorati per sei mesi.
I risultati sono stati sorprendenti. I coniugi sani hanno visto aumentare in modo significativo i propri punteggi nei test clinici di depressione, ansia e qualità del sonno. Inoltre, l’analisi dei loro campioni salivari ha rivelato che il loro microbioma orale – cioè l’insieme di batteri presenti nella bocca – aveva subito un cambiamento importante, diventando simile a quello del partner affetto. In particolare, sono aumentati i batteri Clostridia, Veillonella, Bacillus e Lachnospiraceae, tutti già associati a disturbi psichici in studi precedenti.

Questo “allineamento batterico” è stato accompagnato da un aumento dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, specialmente nelle donne. Il cortisolo veniva misurato attraverso la saliva ed è noto per aumentare in condizioni di pressione psicologica. In molte donne coinvolte nello studio, i livelli sono quasi raddoppiati in sei mesi, indicando un forte impatto fisiologico dello stress condiviso nella coppia.
Gli scienziati hanno spiegato che il microbioma orale comunica con il cervello attraverso un meccanismo chiamato “asse microbiota orale-cervello”. Secondo questa teoria, le alterazioni nei batteri della bocca possono influenzare circuiti neurologici, modificando l’umore e le funzioni cognitive. In altre parole, non si tratta solo di un’influenza psicologica tra partner, ma anche di un possibile legame biologico che passa dai microbi alla mente.
Tra i batteri associati ai disturbi del sonno, lo studio ha individuato Fusobacteria e Spirochaetota. Anche questi microrganismi sono aumentati nella bocca dei coniugi sani dopo mesi di convivenza con il partner depresso e insonne. Un batterio in particolare, Dialister, della famiglia Firmicutes, è risultato più abbondante nelle donne, il che potrebbe spiegare la maggiore sensibilità femminile a questi cambiamenti.
Il fenomeno osservato prende il nome di “convergenza microbica”. In una relazione intima, le persone non condividono solo emozioni o abitudini, ma anche la propria flora batterica. Questa trasmissione non avviene solo tramite i baci, ma anche respirando la stessa aria, mangiando insieme o vivendo in ambienti comuni.
Gli autori della ricerca sottolineano che non si tratta ancora di una prova definitiva di contagio biologico della depressione, ma di un primo passo importante. Il messaggio finale della ricerca non è certo quello di evitare relazioni con partner depressi, ma di cambiare prospettiva. Se la salute mentale di un individuo è così interconnessa con quella del partner, allora potrebbe essere utile trattare entrambi nei percorsi terapeutici.