C’è stato un tempo in cui il mondo del cinema hollywoodiano brillava di divi immortali che avrebbero fatto la storia del cinema mondiale. Nel 1963 il mastodontico film Cleopatra era pronto per accogliere una di queste grandi stelle, Liz Taylor, aspirando ad entrare nel firmamento dei successo, ma ottenendo invece un disastroso flop che quasi fece fallire la 20th Century Fox e che a distanza di decadi risuona ancora nei ricordi americani.
Il lungometraggio doveva raccontare la vita della regina d’Egitto attraverso uno spettacolo da capogiro, senza colpi di scena particolari nella trama. Ben 2 milioni di dollari furono stanziati dai produttori inizialmente per rimpolpare il comparto tecnico. Bei soldoni per l’epoca, direte! Peccato che a fine riprese il budget salì talmente tanto da toccare i 44 milioni! Una cifra folle, anche solo a pensarla negli anni ’60. Facendo un paragone odierno, solo l’ultimo capitolo della saga degli Agengers:Endgame con 400 milioni potrebbe avvicinarsi nel confronto.

Ma come si è arrivati a questo? La realizzazione di questo film è stato un vero e proprio parto! Inizialmente i set erano stati costruiti da zero negli Studios di Londra, ma per un cambio di progetto furono spostati e ricostruiti nella nostrana Cinecittà. Inoltre la fragile salute della protagonista Liz Taylor fu costellata da picchi di crisi respiratorie dovute ad una grave polmonite, che non le permise di recitare in modo continuativo, interrompendo innumerevoli volte le riprese. Infine le mastodontiche scenografie con scene corali, a cui parteciparono centinaia e centinaia di comparse con altrettanti costumi, cavalli, oggetti d’oro massiccio e una città completa costruita per girare solo una manciata di scene.
Seppur sul set nacque una love story piccantissima tra Liz Taylor e Richard Burton, che fece scandalo all’epoca perché entrambi erano sposati, la casa di produzione Fox non riuscì a rientrare nei costi. Il film fece l’incasso più alto del 1963, ma era lontano nel risanareeil buco di bilancio che era diventato enorme.

A questo punto purtroppo furono licenziati centinaia di dipendenti, furono venduti gli enormi teatri di posa e altre proprietà alla città di Los Angeles, mettendo obbligatoriamente in pausa altri progetti in cantiere.
Una magra consolazione ci fu agli Oscar di quell’anno, dove il film vinse 4 premi nelle categorie tecniche. Il film Cleopatra oltre ad essere ricordato nei manuali di storia del cinema per le maestose scenografie, è diventato un grande insegnamento per i produttori hollywoodiani che furono da quel momento più cauti nel finanziare progetti con grandi budget se non certi che l’investimento possa rientrare in abbondanza. Lo show del divismo a stelle e strisce può e deve continuare, ma attenti a stringere la cinghia!