Anna Wintour, nata il 3 novembre 1949 a Londra, ha ridefinito il panorama della moda dal 1988, quando ha assunto il timone di Vogue US. Con il suo celebre caschetto, gli occhiali scuri sempre indossati, e una reputazione da leader inflessibile, è entrata nell’immaginario collettivo come l’archetipo della direttrice di moda, tanto da ispirare il personaggio di Miranda Priestly in Il diavolo veste Prada.
Cresciuta in una famiglia colta e benestante, con radici aristocratiche e legami con l’editoria, è la seconda di cinque figli e da giovane si distingue per spirito ribelle e passione per la moda. Frequenta la North London Collegiate School, da cui viene espulsa. A 14 anni adotta il celebre caschetto e sviluppa il suo stile seguendo programmi TV e riviste americane. Il suo gusto si forma dunque negli anni della Swinging London:
“Crescendo a Londra negli anni ’60, insomma, dovevi… andare in giro con delle fette di prosciutto davanti agli occhi per non sapere che qualcosa di straordinario stava succedendo nel mondo della moda”.
Sotto la sua guida, Vogue US è diventata punto di riferimento globale: ha combinato alta moda e cultura pop, promosso eventi iconici come il Met Gala, e generato momenti memorabili come il September Issue, il numero speciale che ogni anno dà il via alla stagione, diventato argomento di un bellissimo documentario. Nel suo primo numero (novembre 1988), un servizio fotografico di Peter Lindbergh con Michaela Bercu in jeans ha cambiato le regole dell’estetica editoriale. La sua influenza ha contribuito inoltre alla creazione del CFDA/Vogue Fund e di opere filantropiche rilevanti, sostenute attraverso il Costume Institute del Metropolitan Museum di New York.
Qualche ora fa, in una riunione con il personale, Wintour ha comunicato la volontà di lasciare il ruolo di editor-in-chief dell’edizione americana dopo 37 anni. Anna non smetterà di lavorare ma visto che continuerà ad essere il referente della prossima o del prossimo Head of Editorial Content per Vogue US.
Condé Nast, infatti, l’ha confermata nei prestigiosi ruoli di Global Chief Content Officer e Global Editorial Director di Vogue, con responsabilità che comprendono le edizioni internazionali, Vanity Fair, GQ, Glamour, Wired, AD, tra le altre. In tale veste, continuerà a essere protagonista del Met Gala, di Vogue World e di altre iniziative editoriali globali. Secondo varie fonti, Wintour ha gestito il cambiamento come un vero rinnovamento interno, pianificato nei più piccoli dettagli. E ora, chi prenderà il suo posto? Fra i possibili successori emerge il nome di Chioma Nnadi, attuale responsabile dei contenuti editoriali di British Vogue, già indicata come papabile per il ruolo.
