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Home » Cultura » Storia » La tragedia di Ustica è ancora uno dei più grandi misteri italiani: cosa successe quel giorno e quali teorie furono presentate?

La tragedia di Ustica è ancora uno dei più grandi misteri italiani: cosa successe quel giorno e quali teorie furono presentate?

L'inabissamento del volo Itavia IH870 rimane una ferita aperta nella storia italiana, un mistero che continua a tormentare il nostro Paese.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino27 Giugno 2025
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Il relitto dell'Itavia IH870
Il relitto dell'Itavia IH870 (fonte: La Stampa)
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Il 27 giugno 1980, alle ore 20:59, il volo Itavia IH870 in rotta da Bologna a Palermo, operato dal DC-9 I-TIGI, scomparve dai radar del centro di controllo aereo di Roma. L’aereo precipitò nel mar Tirreno, nel tratto di mare compreso tra le isole di Ponza e Ustica, causando la morte di 81 persone: 78 passeggeri e tre membri dell’equipaggio.

A distanza di 45 anni da quella tragica notte, come sottolineato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “la strage di Ustica ha impresso nella storia della Repubblica un segno doloroso e profondo che non potrà mai essere cancellato” ed è “stata una tragedia tra le più oscure e laceranti che hanno colpito il nostro Paese”.

Ma cosa successe? Alle ore 20:50 il comandante Domenico Gatti aveva comunicato ai passeggeri di prepararsi alla discesa verso l’aeroporto di Palermo. Alle 20:58 il DC-9 si trovava a poche miglia dall’isola di Ustica quando i radaristi di Ciampino notarono qualcosa di strano: delle tracce che apparivano e scomparivano sui radar. L’ultima comunicazione registrata dalla scatola nera fu un “Gua…” pronunciato dal comandante Gatti, seguito dal silenzio.

Nel corso di oltre quattro decenni, le indagini hanno prodotto diverse ipotesi sulla causa del disastro:

  • Teoria del cedimento strutturale: inizialmente si ipotizzò un guasto tecnico dell’aeromobile, ma questa teoria fu presto abbandonata per mancanza di evidenze concrete.
  • Ipotesi terroristica: per la natura singolare della rottura della fusoliera, si ipotizzò che a bordo si trovasse una bomba e che l’incidente potesse essere imputabile ad un attacco terroristico. Tuttavia, le perizie tecniche non hanno mai trovato “la minima traccia di esplosione in nessun frammento metallico del DC-9”, smentendo definitivamente l’ipotesi della bomba interna.
  • Teoria dell’abbattimento militare: la teoria oggi più accreditata è quella di un missile lanciato nel contesto di una battaglia aerea non dichiarata tra caccia militari. Nel 1999, il giudice Rosario Priore concluse la più lunga istruttoria della storia giudiziaria italiana sentenziando che “l’incidente al DC9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento”.
Relitto aereo Ustica
Relitto aereo Ustica (fonte: Avvenire)

L’ipotesi più inquietante è che il volo Itavia sia stato abbattuto da un missile lanciato in un contesto di operazioni militari segrete, con la presenza di caccia militari legati a un inseguimento nei confronti di un aereo libico non identificato, potenzialmente un MiG-23. Dieci giorni dopo la strage, sui monti della Calabria venne ritrovato un caccia libico precipitato, che alimentò le teorie su uno scontro nei cieli.

Una testimonianza significativa è quella di Brian Sandlin, marinaio statunitense sulla portaerei Saratoga, che nel 2017 raccontò di aver assistito al rientro di due aerei disarmati “che sarebbero serviti ad abbattere due MiG libici in volo lungo la traiettoria del DC-9” nel corso di un’operazione NATO.

Le ultime inchieste della Procura di Roma hanno concluso che il DC-9 fu investito da un jet americano che stava inseguendo un Mig libico. Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio, ha dichiarato che “la strage di Ustica fu colpa di un missile francese”, mentre altre ricostruzioni indicano che “il Dc-9 Itavia venne abbattuto da un aereo di un Paese alleato che inseguiva un MIG libico nel quale si pensava ci fosse Gheddafi”.

Dal punto di vista penale, diversi procedimenti si sono conclusi con assoluzioni per “il fatto non sussiste” o per prescrizione, mentre altri procedimenti a carico di circa 80 militari dell’Aeronautica si sono conclusi con condanne per vari reati, tra cui falso e distruzione di documenti.

Depistaggi e morti sospette hanno oscurato la verità per 45 anni, rendendo la strage di Ustica uno dei casi più complessi e irrisolti della storia italiana. Il Presidente Mattarella ha ribadito che “la Repubblica non abbandona la ricerca della verità e sollecita la collaborazione di tutti coloro che, anche tra i Paesi amici, possono aiutarci a rispondere al bisogno di giustizia, che non si dissolve negli anni perché è parte del tessuto stesso della democrazia“.

Oggi il relitto dell’aereo si trova a Bologna, presso il Museo per la Memoria di Ustica in via di Saliceto 3/22.

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