A chi non è mai capitato di svegliarsi già sfinito dopo una notte in bianco? O di sentirsi invincibili dopo 8 ore filate di sonno profondo? Il sonno è uno dei bisogni primari dell’essere umano, fondamentale per il suo benessere, ma di quanto sonno abbiamo bisogno per sentirci bene al risveglio e per il resto della giornata? Sette, otto, forse nove ore? E questo numero cambia con l’età o lo stile di vita? Tra miti, credenze e scienza, cerchiamo di capire quante ore di sonno ci servono davvero, e perché trascurarlo può essere pericoloso.
Non tutti abbiamo bisogno dello stesso numero di ore sotto le coperte: la scienza ci dice infatti che il fabbisogno di sonno varia con l’età, come un vestito che si adatta al corpo che cresce. I neonati possono dormire fino a 17 ore al giorno, immergendosi in un mondo di sogni per crescere e sviluppare il proprio cervello; i bambini in età scolare si accontentano di 9-11 ore, mentre gli adolescenti, tra scuola e tempeste ormonali, necessitano di 8-10 ore per non trasformarsi in zombie.
E gli adulti? In questo caso la faccenda si complica: la National Sleep Foundation consiglia 7-9 ore per gli adulti tra i 18 e i 64 anni, ma dopo i 65 le ore possono scendere a 7-8. Eppure non si tratta solo di una questione di numeri, ma anche di come si dorme: il nostro corpo segue un ritmo circadiano, una sorta di orologio interno che regola il ciclo sonno-veglia. Durante la notte attraversiamo le fasi di sonno leggero, sonno profondo e fase REM, quella dei sogni più vividi.

Si tratta di un equilibrio delicato: se qualcosa lo interrompe – un rumore, lo stress o lo schermo di un telefono tenuto sempre in mano – il cervello non riesce a rigenerarsi. Dormire poco o male può influire sulla memoria, sull’umore e persino sul sistema immunitario. Uno studio pubblicato su Sleep ha mostrato che dormire meno di 6 ore a notte aumenta il rischio di raffreddori, mentre la privazione cronica di sonno è legata a problemi più seri, come ipertensione e diabete.
C’è chi si vanta di dormire 4 ore e sentirsi un supereroe al risveglio, come se il sonno fosse una debolezza da sconfiggere: personaggi storici come Napoleone e moderni guru della produttività giurano di aver bisogno di pochissimo riposo. Ma è davvero così? La scienza smentisce il mito: solo una piccolissima percentuale di persone, i cosiddetti short sleepers, può funzionare bene con meno di 6 ore di sonno, grazie a una rara variante genetica di cui dispone il loro organismo. Per la maggior parte di noi, invece, tagliare il sonno significa accumulare un “debito” che prima o poi il corpo ci farà pagare, con stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione o persino un rischio maggiore di incidenti.
Dormire non è solo una pausa dalla vita, ma il momento in cui il cervello si riorganizza, i muscoli si riparano e le emozioni trovano equilibrio. Secondo numerose fonti, dopo i 40 anni di età 7 ore di sonno di qualità possono essere il punto di forza per mantenere il cuore sano e la mente lucida. Dormire troppo, però, non è sempre meglio: più di 9 ore a notte per gli adulti possono essere associate a problemi di salute, come un rischio maggiore di depressione o obesità.