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Home » Cultura » Il rosario? Forse non fu dono del cielo a San Domenico ma un clamoroso caso di omonimia sacra

Il rosario? Forse non fu dono del cielo a San Domenico ma un clamoroso caso di omonimia sacra

Tra leggende e storia, ecco la nascita del rosario e del ruolo avuto da San Domenico (che si celebra l'8 agosto).
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino8 Agosto 2025
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San Domenico
San Domenico (fonte: Mondo Cattolico)
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Si celebra oggi la festa di San Domenico di Guzmán, fondatore dei domenicani. A lui la tradizione attribuisce la creazione di una delle preghiere più diffuse al mondo: il rosario. Anche se prove e testimonianze storiche latitano, la questione è molto affascinante. Leggenda vuole, infatti, che nel 1212, mentre San Domenico si trovava a Tolosa per combattere l’eresia albigese (un movimento religioso che rifiutava la Chiesa cattolica e i sacramenti), ricevette una visione straordinaria. La Vergine Maria gli sarebbe apparsa consegnandogli il rosario come strumento di preghiera per vincere gli eretici senza ricorrere alla violenza. Questa storia, perpetuata nei secoli, ha reso il rosario l’arma spirituale per eccellenza contro le eresie.

Una delle immagini più note, infatti, è quella della Madonna di Pompei che regala il rosario a San Domenico e Santa Caterina da Siena.

La madonna di Pompei dà il rosario a San Domenico
La madonna di Pompei dà il rosario a San Domenico (fonte: Wikipedia)

Tuttavia, la ricerca storica moderna ha svelato una realtà ben diversa. A quanto pare, nelle prime biografie del santo spagnolo, nei dipinti dell’epoca, nelle sculture e persino nei documenti del processo di beatificazione non esiste alcun riferimento al rosario.

La forma del rosario che conosciamo oggi deve la sua struttura a un personaggio omonimo ma diverso: Domenico di Prussia, un monaco certosino vissuto nel XV secolo. Si tratta di una preghiera che consiste nella recitazione di Ave Maria, Padre Nostro e Gloria mentre si medita sui “misteri” della vita di Gesù e Maria, sgranando una corona (tradizionalmente 50 Ave Maria divise in cinque decine).

Le radici della preghiera affondano nell’antica tradizione monastica. Nei conventi medievali, i religiosi recitavano quotidianamente i 150 salmi, ma i fedeli comuni, spesso analfabeti, necessitavano di una pratica più accessibile. Nacque così l’usanza di sostituire i salmi con 150 Ave Maria, una forma primordiale del futuro rosario.

 La confusione storica ha un responsabile preciso: il frate domenicano bretone Alano della Rupe (1428-1475). Intorno al 1470, questo religioso iniziò a diffondere la convinzione che San Domenico di Guzmán fosse il creatore del rosario. Gli storici ritengono che Alano abbia commesso un errore di persona, confondendo il santo spagnolo con Domenico di Prussia.

 

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