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Home » Spettacolo » Seven, come finisce il film?

Seven, come finisce il film?

Scopriamo come finisce Seven, thriller del 1995 di David Fincher con Brad Pitt, Morgan Freeman, Gwyneth Paltrow e Kevin Spacey. Cosa c'è dentro la scatola, nel finale?
Simone FrigerioDi Simone Frigerio26 Maggio 2023
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brad pitt e morgan freeman in seven
Brad Pitt e Morgan Freeman in Seven (The Movie Database)
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Seven, thriller del 1995 diretto da David Fincher, finisce con il detective David Mills (Brad Pitt) che viene arrestato dopo aver ucciso John Doe, l’autore degli omicidi su cui il detective stava indagando;  David, incapace di controllare la sua rabbia, giustizia John dopo che questi gli ha fatto recapitare una scatola dentro la quale c’è la testa mozzata della moglie incinta (Gwyneth Paltrow).

I detective David Mills e William Somerset sono chiamati sulla scena di un omicidio efferato; un uomo con gravi problemi di obesità è stato tenuto prigioniero e alimentato a forza finché il suo cuore non ha ceduto: su un muro, svetta la scritta Gola; il giorno dopo viene rinvenuto il corpo mutilato di un noto penalista con clienti facoltosi; sulla scena svetta la parola Avarizia; Mills e Somerset a quel punto individuano immediatamente uno schema: l’assassino colpisce le vittime rifacendosi ai sette vizi capitali della tradizione cristiana; gli indizi presenti sulla seconda scena del crimine portano direttamente alla residenza di un certo Victor; fatta irruzione, però, i poliziotti trovano l’uomo, uno spacciatore, legato al letto e in condizioni di salute molto precarie; il vero assassino lo ha tenuto imprigionato per un anno, prima di condurre i poliziotti al facile ritrovamento. Sul muro, ancora una volta, svetta una parola: Accidia. I due detective sono inizialmente restii a collaborare veramente l’uno con l’altro; Mills è giovane, impetuoso ed impulsivo, al primo caso importante; Somerset, invece, è cinico, disilluso e sta per andare in pensione; tuttavia, l’escalation di violenza convince i due uomini a unire le forze per la cattura dell’assassino che, intanto, semina, più o meno in bella vista, indizi per farsi trovare.

Dopo aver cercato, sotto mentite spoglie, di uccidere i due detective durante uno scontro a fuoco, l’assassino, grondante sangue e con la pelle dei polpastrelli recisa, si presenta al distretto di polizia per costituirsi. Si fa chiamare John Doe, ovverosia il nome utilizzato in America per indicare persone di cui non si conoscano le effettive generalità; su di lui sono disponibili pochissimi dettagli, l’uomo sembra infatti non avere un passato. Dopo il ritrovamento di altre due vittime (Lussuria e Superbia) John offre ai detective una confessione completa, e in più le informazioni sull’ubicazione degli ultimi due cadaveri rimasti, a patto che ad accompagnarlo sul luogo siano esclusivamente Mills e Somerset.

Durante il tragitto, i due interrogano John, cercando di capirne a fondo la personalità; per tutta risposta, il killer spiega loro di sentirsi investito da Dio di una missione per ripulire il mondo dai peccatori; incalzato da Somerset, John ammette però che, nonostante si consideri prima di tutto un braccio armato della volontà divina, ha comunque provato un certo piacere nell’infliggere punizioni ai peccatori.. Dopo aver riepilogato con sprezzo i crimini commessi, John provoca David; il detective è vivo solo perché lui ha deciso di risparmiarlo, durante la sparatoria. Arrivati in un campo desolato, punteggiato da torrette della corrente elettrica, John indica che si tratta del capolinea. Mills, allora, lo fa inginocchiare, mentre il killer continua insistentemente a provocarlo con sarcasmo. Nel frattempo, dall’altro lato della strada si sta avvicinando un furgoncino; Somerset gli corre incontro, intima all’autista di fermarsi e lo fa scendere dal veicolo.

il conducente afferma di essere lì per consegnare un pacco al detective David Mills, e che un uomo l’ha pagato 500 dollari per il disturbo. Dopo averlo perquisito, Somerset fa allontanare l’autista a piedi, e lentamente apre la scatola, artificieri già in allerta: all’apertura del pacco, Somerset si ritrae improvvisamente con disgusto, per poi correre a tutta velocità in direzione di Mills, che tiene John sotto il tiro della sua pistola; dirigendosi a tutta velocità verso il collega, gli urla di lasciar andare l’arma; nel frattempo, le provocazioni del killer continuano; John confessa finalmente il suo peccato, l’invidia, nei confronti della perfetta vita familiare di David: certo di non poterla veramente ottenere, John ha deciso di portare via con sé un piccolo ricordo di quell’esperienza: la testa mozzata di Tracy, moglie di David. Il killer allora esorta il detective ad abbracciare totalmente la sua voglia di vendetta, a diventare “Ira”. Se David ucciderà John, il piano del killer sarà finalmente completato: John, avendo peccato, cadrà per mano di David che, a sua volta verrà punito dalla legge con l’arresto o con la pena di morte.

Per convincere David ad ucciderlo, John gli rivela che Tracy era incinta, nonostante William cerchi di zittirlo; Tracy, tempo prima, infatti si era confidata proprio con William sull’opportunità di tenere il bambino. David, sconvolto, lancia uno sguardo incredulo al collega e decide di ignorare le sue suppliche, sparando in testa a John. Mills, a quel punto, viene preso in consegna dalla polizia, mentre la voce fuori campo di Somerset si affida alle parole di Ernest Hemingway per un giudizio finale sulla vicenda: “Ernest Hemingway una volta ha scritto: “Il mondo è un bel posto, e vale la pena di lottare per esso”. Sono d’accordo con la seconda parte.”

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