La Casa Bianca ha reagito con durezza all’assegnazione del premio Nobel per la pace 2025 a Maria Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana, dopo che Donald Trump era stato tra i candidati più discussi della competizione. Steven Cheung, direttore delle comunicazioni dell’amministrazione americana, ha pubblicato un post su X in cui ha accusato il Comitato norvegese di anteporre delle considerazioni politiche agli obiettivi di pace.
“Il presidente Trump continuerà a stringere accordi di pace in tutto il mondo, a porre fine alle guerre e a salvare vite umane”, ha scritto Cheung nel messaggio che ha scatenato polemiche internazionali. Il portavoce ha aggiunto che “non ci sarà mai nessuno come lui in grado di spostare le montagne con la sola forza della sua volontà”, concludendo con l’affermazione che il Comitato per il Nobel ha dimostrato di anteporre la politica alla pace.
La candidatura di Trump al prestigioso riconoscimento era stata accompagnata da una vera e propria campagna di lobbying internazionale. Lo stesso presidente americano aveva dichiarato pubblicamente in più occasioni di ambire al premio, sottolineando i suoi sforzi diplomatici in Medio Oriente e nel tentativo di risolvere conflitti internazionali. Quest’anno le candidature presentate al Comitato norvegese sono state 338, rendendo la competizione particolarmente serrata.
La risposta del Comitato del Nobel alle pressioni e alle aspettative americane non si è fatta attendere ed è stata particolarmente ferma. In una dichiarazione ufficiale, il Comitato ha voluto chiarire i principi che guidano le sue scelte: “Nella lunga storia di questo premio, abbiamo visto intorno a noi diversi tipi di campagne e di attenzioni. Ma il Comitato siede in una stanza alle pareti della quale sono appesi i ritratti di chi ci ha preceduto, e ha preso scelte nel nome del coraggio e dell’integrità“.
BREAKING NEWS
The Norwegian Nobel Committee has decided to award the 2025 #NobelPeacePrize to Maria Corina Machado for her tireless work promoting democratic rights for the people of Venezuela and for her struggle to achieve a just and peaceful transition from dictatorship to… pic.twitter.com/Zgth8KNJk9— The Nobel Prize (@NobelPrize) October 10, 2025
I membri del Comitato hanno sottolineato con decisione che la loro decisione si basa solo sul lavoro e sulla volontà di Alfred Nobel, il fondatore del premio che nel suo testamento del 1895 aveva stabilito che il riconoscimento dovesse andare a chi avesse compiuto “il miglior lavoro per la fraternità tra le nazioni, per l’abolizione o la riduzione degli eserciti permanenti e per la promozione di congressi di pace”.
Lo scontro diplomatico tra la Casa Bianca e il Comitato norvegese rappresenta un episodio insolito nella storia del premio Nobel per la pace. Raramente le istituzioni che assegnano il riconoscimento hanno sentito il bisogno di rispondere pubblicamente alle critiche di un’amministrazione esclusa, segno della pressione mediatica e politica che ha circondato questa edizione del premio.
La vicenda solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diplomazia, riconoscimenti internazionali e aspettative politiche. Mentre la Casa Bianca continua a rivendicare i meriti del presidente Trump sul fronte della pace internazionale, il Comitato di Oslo ha ribadito la propria indipendenza nelle scelte, sottolineando che nessuna campagna di lobbying può influenzare decisioni che devono rimanere ancorate ai principi originari stabiliti da Alfred Nobel oltre un secolo fa.