Il Mostro di Firenze torna a far parlare di sé in merito alle notizie dei rullini fotografici trovati sulla scena dell’ultimo omicidio, quello dei due turisti francesi, nel 1985, e di quaderni e altri oggetti appartenuti a Pia Rontini, uccisa dal serial killer nel 1984, insieme al fidanzato Claudio Stefanacci. Si tratta però di due notizie distinte, di cui si è parlato quasi in contemporanea, sui media nazionali. Ma qual è l’importanza di questi reparti? I rullini contengono 17 fotografie e potrebbero svelare i luoghi in cui sono stati i due francesi, in modo da ricostruire il loro viaggio, prima dell’omicidio. I quaderni e gli oggetti di Pia invece sono stati ritrovati in un baule collocato nel box di un amico del padre della ragazza. Un ritrovamento per il quale la scientifica si è recata a Vicchio e ha prelevato i materiali.
I rullini trovati nel 1985, sulla scena del delitto degli Scopeti, nel quale furono uccisi due francesi, Nadine Mauriot e Michel Kraveichvili, erano contenuti in un astuccio arancione e conterrebbero 17 fotografie. Come spiega ForensicNews, il magistrato Paolo Canessa, che tempo fa si occupò delle indagini sul Mostro di Firenze disse che quei rullini erano già stati sviluppati ma non contenevano nulla di importante. Oggi però le famiglie delle vittime ne hanno chiesto la restituzione e del resto la figlia di Nadine Mauriot, Anne Lanciotti, si batte da tempo per avere la possibilità di accedere ai faldoni con gli atti delle indagini sui delitti del Mostro, in modo da poterli consultare per valutare ulteriori azioni legali, come una possibile riapertura delle indagini.
Per quanto riguarda invece i quaderni e altro materale relativo a Pia Rontini, si tratta del contenuto di un baule che il padre di Pia, Renzo Rontini, aveva affidato ad un amico, dopo che aveva venduto parte della sua proprietà. Il baule in questione contiene dei quaderni di scuola in danese (la madre di Pia è di origini danesi) e una maglietta da majorette, con la quale la ragazza si esibiva con la banda musicale del paese. Come scrive La Nazione, l’amico di Rontini è morto e il baule era stato dimenticato nel suo box, fino a quando non è stato riaperto. Ci sentiamo però di escludere che un’indagine sui materiali trovati nel baule possa aggiungere qualche dettaglio illuminante alla mole di informazioni articolate, stratificate, complesse, che rappresentano il “corpus” delle indagini sul Mostro.