The Belko Experiment finisce con Mike come unico sopravvissuto delle tre fasi dell’esperimento (uccidere due persone, uccidere trenta persone e aver fatto il maggior numero di uccisioni rispettivamente) e con i suoi omicidi alle guardie e ai veri autori dell’esperimento, con i microchip raccolti da Malty. La tragedia pare essere terminata ma una voce in fuori campo afferma che sta per iniziare la seconda fase.
Mike (John Gallager Jr), infatti, faceva parte del gruppo degli impiegati americani rinchiusi nel loro ufficio di Bogotà e costretti a partecipare, come cavie umane, a un esperimento sociale. Messi a dura prova, i lavoratori furono costretti a scegliere tra la loro morte o quella dei colleghi. Inizialmente, Mike, in compagnia dei suoi colleghi Berry (Tony Goldwyn), Malty (Sean Gunn) e Dany (Melonie Diaz), cercò di trovare un’altra soluzione all’imminente tragedia, senza però ottenere risultati.
L’intero edificio venne ricoperto da una struttura metallica che rende impossibile la fuga e su ogni piano iniziarono a verificarsi degli omicidi, causati da dei microchip ad esplosione controllati a distanza, impiantati nei dipendenti. Da quel momento in poi, panico si è dipanato nella struttura, causando la perdita di controllo di molti impiegati.
Man mano che le ore trascorrevano, il numero delle vittime aumentò sempre di più e agli unici sopravvissuti non restò che prendere un’importante decisione entro le 76 da quel momento: salvarsi e uccidere i compagni di lavoro o morire per causa loro. Ognuno di loro cadde nell’abisso della propria natura animalisca, rivelando l’orrore umano, quotidianamente nascosto.
Il film di Greg McLean termina con Mike come unico sopravvissuto nonostante l’esperimento sia solo alla prima fase.