Close Menu
  • Ambiente
    • Animali
  • Attualità
  • Cultura
    • Misteri
    • Storia
  • Lifestyle
    • Bellezza
    • Cibo
    • Moda
    • Sesso
    • Viaggi
  • Spettacolo
  • Sport
  • Web
CultWeb.it
  • Ambiente
    • Animali
  • Attualità
  • Cultura
    • Misteri
    • Storia
  • Lifestyle
    • Bellezza
    • Cibo
    • Moda
    • Sesso
    • Viaggi
  • Spettacolo
  • Sport
  • Web
CultWeb.it
Home » Attualità » Nel cuore del Matese come su Marte: astronauti senza luce né cibo per prepararsi allo spazio

Nel cuore del Matese come su Marte: astronauti senza luce né cibo per prepararsi allo spazio

Astronauti ESA, NASA e JAXA si addestrano nelle grotte del Matese per missioni spaziali. Buio totale e isolamento estremo simulano le condizioni cosmiche.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino3 Ottobre 2025
Facebook WhatsApp Twitter Telegram
astronauti nella grotta Matese
astronauti nella grotta Matese (fonte: Clarus)
CONDIVIDI
Facebook WhatsApp Telegram Twitter Email

Quattro astronauti internazionali hanno concluso una delle esperienze di addestramento più estreme al mondo, trascorrendo giorni nelle profondità delle grotte del Matese per prepararsi alle future missioni spaziali. Il massiccio montuoso dell’Appennino meridionale, al confine tra Campania e Molise, è diventato teatro del settimo corso CAVES dell’Agenzia Spaziale Europea, un programma che trasforma le viscere della Terra in una palestra per lo spazio.

Dal 16 al 30 settembre 2025, il complesso carsico di San Potito Sannitico ha ospitato un’equipe composta da Marco Sieber dell’ESA svizzera, Jasmin Moghbeli della NASA statunitense, Makoto Suwa della JAXA giapponese e Mohammad Al Mulla del MBRSC degli Emirati Arabi Uniti. L’acronimo CAVES sta per Cooperative Adventure for Valuing and Exercising human behaviour and performance Skills, un nome che descrive perfettamente l’essenza del programma: testare capacità di collaborazione, resilienza psicologica e competenze scientifiche in condizioni di isolamento estremo.

Le grotte del Matese offrono un ambiente che replica fedelmente molte delle sfide dello spazio cosmico. Buio totale, spazi angusti, assenza di riferimenti temporali naturali, carenza di risorse e necessità di dipendere completamente dal proprio team sono elementi comuni sia all’esplorazione speleologica che alle missioni extraterrestri. Durante l’addestramento, gli astronauti hanno dovuto imparare tecniche di progressione verticale con imbracature e corde, muovendosi attraverso cunicoli stretti e pozzi naturali dove ogni movimento richiede coordinazione millimetrica e fiducia nei compagni.

Un momento dell'addestramento degli astronauti
Un momento dell’addestramento degli astronauti (fonte: Clarus)

La fase più intensa dell’addestramento si è svolta tra il 24 e il 28 settembre, quando il team ha operato in completa autonomia nelle profondità del sistema carsico. Gli astronauti hanno eseguito misurazioni scientifiche reali, monitorando i livelli di radon e anidride carbonica, prelevando campioni microbici per analisi biologiche e documentando caratteristiche geologiche mai studiate prima. Ogni membro del gruppo ha alternato ruoli di leadership e supporto, gestendo comunicazioni, logistica e procedure di sicurezza in un contesto dove l’errore non è ammesso.

Questo tipo di addestramento va oltre la semplice preparazione fisica. L’obiettivo principale è sviluppare quella che gli esperti definiscono “intelligenza di squadra sotto stress”, la capacità di prendere decisioni rapide e coordinate quando le condizioni ambientali sono proibitive e le risorse limitate. La convivenza forzata in spazi ristretti, senza privacy e con razionamento del cibo, mette alla prova le dinamiche interpersonali proprio come accadrebbe durante una lunga missione verso Marte o sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Il programma CAVES si inserisce nel più ampio progetto “Dalle grotte alle stelle”, un’iniziativa promossa da Tullio Bernabei e Salvatore Capasso che mira a valorizzare il patrimonio sotterraneo dell’Appennino interno. In occasione della conclusione del corso, presso la sede del Parco Regionale del Matese è stato annunciato l’istituzione del Centro Ricerche Giovanni Badino per il carsismo e la speleologia, una struttura che favorirà lo studio del sottosuolo e il monitoraggio delle risorse idriche della regione.

La scelta del Matese non è casuale. Il massiccio ospita uno dei sistemi carsici più complessi e spettacolari d’Italia, con grotte che raggiungono profondità considerevoli e presentano una straordinaria varietà di ambienti sotterranei. Le caratteristiche geologiche uniche, unite alla ricchezza biologica delle cavità, rendono questa area un laboratorio naturale ideale sia per la ricerca speleologica che per la preparazione alle esplorazioni extraplanetarie.

Durante la presentazione finale dei risultati, alla presenza di autorità locali e rappresentanti dell’ESA, sono stati illustrati i dati raccolti durante le esplorazioni sotterranee. Le analisi microbiologiche condotte nelle grotte potrebbero fornire informazioni preziose sulla vita in ambienti estremi, un tema cruciale per la ricerca di forme di vita extraterrestre. Le tecniche di mappatura tridimensionale sperimentate nel sottosuolo del Matese verranno applicate nelle future esplorazioni di grotte su Marte o sulla Luna.

L’Agenzia Spaziale Europea ha confermato che il Matese tornerà a ospitare nuove sessioni di addestramento CAVES nei prossimi anni. La collaborazione tra enti spaziali internazionali, istituzioni scientifiche e comunità locali rappresenta un modello virtuoso di come la ricerca avanzata possa generare benefici concreti per il territorio, promuovendo turismo scientifico, valorizzazione ambientale e opportunità di sviluppo sostenibile.

Mentre i quattro astronauti sono tornati alla luce del Sole dopo l’immersione nelle profondità della Terra, portano con sé un bagaglio di esperienze che li renderà più preparati ad affrontare le sfide del cosmo. Il Matese si conferma così un nodo strategico nella preparazione dell’umanità alle prossime frontiere dell’esplorazione spaziale, dimostrando che a volte per raggiungere le stelle bisogna prima imparare a muoversi nell’oscurità più totale.

 

Condividi. Facebook WhatsApp Twitter Telegram Email

Potrebbero interessarti anche

Le immagini dell'incidente di Stoccolma

Paura a Stoccolma, autobus si scaglia contro pensilina, diversi morti: non sarebbe terrorismo (VIDEO)

14 Novembre 2025

Dal tesoriere della Banda della Magliana a centro culturale: la storia incredibile della Casa del Jazz di Roma

14 Novembre 2025
La premier giapponese Sanae Takaichi

Giappone-Cina, scontro su Taiwan: “Taglieremo quel collo sporco”. Cosa sta succedendo

14 Novembre 2025
Facebook X (Twitter) Instagram
  • Home
  • Chi siamo
  • Staff e redazione
  • Contatti
  • Disclaimer
  • Cookie Policy
  • Privacy Policy
© 2025 CultWeb.it proprietà di Digital Dreams s.r.l. - Partita IVA: 11885930963 - Sede legale: Via Alberico Albricci 8, 20122 Milano Italy - [email protected] | Foto Credits: DepositPhotos

Questo blog non è una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001

Digita qui sopra e premi Enter per cercare. Premi Esc per annullare.