La camera ardente è il locale dove avviene la veglia funebre di una persona appena scomparsa. Ma perché si chiama così? Il nome deriva dall’antica usanza di collocare all’interno di una stanza delle fiaccole o candele accese per rendere omaggio alle spoglie del trapassato.
Questa usanza risale all’antica Roma, dove i funerali erano una necessità imprescindibile per onorare i defunti e che addirittura vedeva per i poveri lo Stato farsi carico di ogni spesa. La tradizione della camera ardente è stata successivamente ripresa dai cattolici e oggi si utilizza anche per i laici. All’interno di questo luogo avviene la veglia funebre dove viene esposto ai più stretti la salma della persona scomparsa prima del funerale stesso e della sepoltura. Bisogna fare attenzione però a non confondere la camera ardente con la camera mortuaria che viene allestita solitamente in un luogo pubblico, solitamente l’ospedale, e che ha delle funzioni diverse.
La camera ardente, almeno in Italia, viene allestita per poche o anche due giorni. Ancora oggi, soprattutto nel sud, alcune persone decidono di tenerla direttamente in casa e limitarla alla sola famiglia senza l’arrivo degli amici a differenza di quando questo luogo viene allestito in pubblico. Ovviamente spetta sempre alla famiglia decidere chi può entrare o meno all’interno di questo luogo di rispetto, anche se molto spesso per i personaggi famosi la camera è aperta a tutti.