La Camera dei deputati ha approvato la proposta di legge per rendere la Gestazione Per Altri (GPA) reato universale. Si parla di reato universale quando ci si riferisce a un reato perseguibile anche se compiuto all’estero.
Ogni Stato punisce i reati compiuti sul proprio suolo, in base a quelle che sono le sue leggi. Nel caso specifico della cosiddetta GPA, ovvero la maternità surrogata, quando cioè una donna porta a termine una gravidanza in vece di una coppia o una persona, che acquisirà la responsabilità genitoriale nei confronti del nascituro, diventa punibile anche se compiuto all’estero.
La questione non è totalmente lineare perché come spiegato dall’avvocatessa Cathy La Torre, intervenuta su Vanity Fair, per punire un reato compiuto in un altro Paese, lo stesso dovrebbe essere considerato come illecito penale anche da quel Paese o dalla comunità internazionale.
Ancora, come si legge in una nota dell’Associazione Luca Coscioni,
“Nei Paesi in cui tale pratica è consentita legalmente, la donna che porta avanti la gravidanza per altri – la gestante – non è giuridicamente considerata genitrice dei bambini nati. La legge, infatti, considera genitori a tutti gli effetti i genitori “intenzionali”, vale a dire coloro che hanno fatto ricorso alla gravidanza per altri“.
Non vi sarebbe dunque mai punibilità.
La GPA è ritenuta legale in diversi Stati, tra cui, Canada, Usa, Messico, India (dove si può richiedere solo a titolo gratuito) e ancora Messico, Australia, Israele, Cipro, Ucraina, Regno Unito e Grecia.
Se il progetto di legge dovesse essere approvato in via definitiva, sarà vietato per i cittadini italiani ricorrere alla GPA anche all’estero. Chi contravvenisse alla legge, rischia fino a 2 anni di reclusione e una multa che può arrivare fino a 1 milione di euro.