L’hanno ribattezzato delitto del trapano, perché questo era l’arma del delitto di Luigia Borrelli, ex infermiera, poi diventata prostituta. Oggi, a quasi 30 anni dall’omicidio, gli inquirenti sono arrivati al nome del presunto colpevole. Si tratta di Fortunato Verduci, carrozziere di Oppido Mamertina, paesino nella piana di Gioia Tauro, ma residente da anni a Genova. L’uomo, che oggi ha 65 anni, è stato individuato grazie a nuovi esami del DNA che ne hanno ravvisato la presenza incontrovertibile sulla scena del crimine. A suo carico anche una dichiarazione resa a un conoscente a cui avrebbe detto di aver ucciso la donna “come passatempo”. La Procura ha chiesto per lui l’arresto ma il gip Alberto Lippini, pur riconoscendo “l’aggravante della crudeltà”, non lo ha concesso. Questo perché l’uomo è ormai anziano e in questo tempo è cambiato.
Come detto, per risolvere il cold case è stato essenziale il test genetico e le comparazioni del codice di Uomo 1, trovato ovunque nel basso dove Antonella, questo il nome d’arte di Borrelli, si prostituiva. Spiega il generale in congedo del Ris di Parma Luciano Garofano:
“C’è una totale corrispondenza tra i profili genetici ed ematici estratti dalla scena del crimine e quello di Verduci. Solo un altro maschio su dieci miliardi di individui su una popolazione mondiale di otto potrebbe avere lo stesso genotipo“.
Ad aggravare il quadro accusatorio una serie di dettagli importanti. Verduci fuma sigarette Diana Blu, trovate in grande quantità in casa di Borrelli. E a causa del gioco d’azzardo aveva contratto diversi debiti, fattore che gli inquirenti hanno associato alla rapina della vittima. Altro indizio, il fatto che il suocero di Verduci fosse amico di Ottavio Salis, l’artigiano proprietario dell’attrezzo che ha ucciso la donna.
Luigia Borrelli, sarda, lavorava come infermiera presso l’Ospedale San Martino di Genova. Dopo la morte del compagno, Mario Arnaldo Andreini, magazziniere divorziato, e padre dei suoi due figli, si è trovata in difficoltà economiche, pressata dagli usurai. Borrelli si licenziò dall’ospedale per prostituirsi.
Prossimo passo, il 23 settembre ci sarà l’udienza del Riesame al quale la Procura si è appellata per ribadire la richiesta di arresto. Secondo la PM Patrizia Petruzziello, l’uomo è pericoloso.