Andrea Papi, il ragazzo ucciso da un orso sui sentieri del Monte Peller, in Trentino, era nato nel 1997 a Caldes, nella Val di Sole e viene descritto come un ragazzo dinamico, sportivo, amante della natura. Nel 2021 Andrea si era laureato in scienze motorie a Ferrara, e insieme alla sua fidanzata Alessia Gregori, progettava di aprire una palestra riabilitativa. I due, che stavano insieme da 5 anni, sarebbero andati a convivere entro l’autunno e avevano già trovato una casa. Purtroppo l’autopsia ha confermato che Andrea è stato aggredito da un orso nei boschi e l’animale verrà abbattuto.
La madre di Andrea, Franca Ghirardini (che ha un’altra figlia, Laura) ha ricordato che Papi amava la natura e la rispettava, “il suo territorio, le sue cime, le sue traversate erano la sua vita”. E difatti sul profilo Instagram di Andre Papi, tra le foto, viene dato spazio alla montagna, alle escursioni, alle birre con gli amici e la fidanzata.
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Riguardo il lavoro, Andrea Papi non era ancora pienamente soddisfatto di ciò che aveva trovato. In passato aveva lavorato per un’azienda di giardini a Cles, di cui è titolare suo cognato, il compagno della sorella di Alessia. Prima di morire lavorava per la macelleria di Franco Anselmi a Croviana, consegnando gli ordini di carne agli alberghi della zona.
Andrea e Alessia si conoscevano da tempo, del resto, spiega lei “A Caldes ci si conosce tutti”, ma la passione tra loro era scoppiata ad una festa, cinque anni fa e da allora erano stati felici. Lei ha uno studio di fisioterapia a Malè e insegna ginnastica artistica ai bambini, ma con Andrea aveva un progetto di lavoro a cui stava pensando: “Una palestra per la cura dagli infortuni. Io avrei pensato alla riabilitazione, lui al ricondizionamento fisico e alla preparazione. Avevamo pensato di aprirlo in una città più grande, ma abbiamo scelto il nostro territorio. La voglia di stare qui era più forte di tutto. Stavamo risparmiando soldi per questo.”
Andrea Papi viene descritto come un ragazzo d’oro dalla sua fidanzata “aveva una pazienza infinita e non si arrabbiava mai” e le cose più importanti, nella vita, per lui erano la montagna e la palestra. In passato aveva praticato numerosi sport: “Da piccolo faceva hockey su ghiaccio, poi è passato alle arti marziali, al Muay thai. Con il bel tempo, d’estate, andava a correre e a fare trekking, in inverno invece praticava lo scialpinismo. Negli anni ha anche preso il brevetto da istruttore di funtional training”
Andrea era consapevole che durante le sue escursioni avrebbe potuto imbattersi in un orso, cosa che purtroppo è accaduta e con esiti tragici. “Quando andava a correre aveva paura, certamente, perché è risaputo che su quel versante di montagna gli orsi sono parecchi.” (si parla di una quindicina di orsi ndr) “Tutti sanno che esiste una possibilità di incontro. Per cercare di non pensarci, qualche volta Andrea ci scherzava su: “Speriamo di non trovar l’orso”. Purtroppo così è stato”.
L’autopsia di Andrea Papi conferma: ucciso da un orso
Il cadavere di Andrea Papi è stato ritrovato nei boschi di Caldes nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2023. L’autopsia ha confermato che il ragazzo è stato aggredito dall’orso ed è stato sbranato dall’animale quando era ancora vivo. Sul suo corpo ci sono i segni di unghie e denti lasciati dal plantigrado, scrive Today. Andrea avrebbe provato a fuggire e difendersi con i bastoni, ma l’animale, che era più forte, avrebbe avuto la meglio. L’orso avrebbe poi trascinato il cadavere di Papi per circa cento metri, per poi abbandonarlo nella vegetazione.
Dalle ferite sul corpo di Andrea è stato isolato il DNA dell’orso che lo ha ucciso. La Provincia di Trento ha emesso una ordinanza che prevede l’abbattimento dell’esemplare killer. Altri tre esemplari di orsi giudicati problematici rischiano di essere abbattuti: Mj5, Jj4 e M62. Brescia Today scrive che il primo, Mj5, è un maschio di 18 anni nato nel 2005 da due orsi sloveni che hanno dato avvio al progetto Life Ursus sulle Alpi negli anni Novanta. Un progetto che è stato molto criticato dalla fidanzata di Andrea: “Capisco che l’animale ha agito d’istinto per difendersi, non vedo una colpa in questo. Il problema è la situazione mal gestita nel progetto Life Ursus, che è sfuggita di mano”