In ambito diplomatico quella che può essere considerata una conquista il giorno precedente, diventa l’inizio di uno scontro quello successivo. Ricordate il vertice ferragostano in Alaska tra Donald Trump e Vladimir Putin? Sembrava l’inizio di un processo di pace, seppur lungo, che avrebbe portato alla fine del conflitto tra Russia e Ucraina. Non è stato così, ovviamente. Giorno dopo giorno sono iniziate le recriminazioni, da una parte e dall’altra, con Trump a fare da arbitro in una partita gigantesca che non sembra avere una soluzione. Non nell’immediato, almeno. Si sperava che il vertice di Budapest potesse essere risolutivo, ma è stato lo stesso capo della Casa Bianca a rimandarlo a tempi migliori. Perché ora, USA e Russia sono ai ferri corti. Anzi, cortissimi. Le pesanti sanzioni americane imposte ai colossi petroliferi russi Rosneft e Lukoil hanno generato una risposta articolata da parte del Cremlino che ha definito le nuove misure come un atto ostile che intacca le relazioni con Washington, minimizzando il loro impatto sull’economia di casa. “Non servono”, ha detto Putin. Una dichiarazione che ha suscitato la reazione sarcastica di Donald Trump, il quale ha risposto con un sorriso: “Ve lo saprò dire tra sei mesi“.

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha chiarito la frustrazione del presidente americano, sottolineando che “da parte russa non c’è abbastanza interesse e azione verso la pace» e che Trump «vuole vedere azioni concrete”.
Le conseguenze economiche delle sanzioni si stanno già manifestando con effetti sorprendenti. Secondo un’esclusiva di Reuters, le principali compagnie petrolifere statali cinesi hanno sospeso gli acquisti di petrolio russo trasportato via mare dopo le sanzioni imposte a Rosneft e Lukoil. Parallelamente, le raffinerie in India, il maggiore acquirente di petrolio russo via mare, sono pronte a ridurre drasticamente le importazioni da Mosca per conformarsi alle misure americane. Questa svolta rappresenta un colpo significativo per l’economia russa, che aveva trovato in Cina e India mercati alternativi dopo le sanzioni occidentali.
L’Unione Europea ha approvato oggi il 19esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca, con nuove misure energetiche, finanziarie e commerciali. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha dichiarato: “Putin deve rendersi conto che questa guerra gli costerà più di una pace negoziata”. Tuttavia, sul tema cruciale dell’utilizzo degli asset russi congelati per finanziare l’Ucraina, emerge una situazione preoccupante rivelata dal premier belga Bart De Wever: “Mosca ci ha detto che se tocchiamo i soldi ne sentiremo gli effetti per l’eternità”.
Anche il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato alla cautela, sottolineando che “ci sono molte questioni legittime che devono ancora essere risolte” e che l’Europa deve procedere “con metodo e calma” per non agire “in modo contrario al diritto internazionale”.
Sul fronte militare, la notte ha portato una grave escalation con la violazione dello spazio aereo lituano da parte di caccia militari russi.
A pochi chilometri dalla capitale russa, precisamente a Krasnogorsk a 20 chilometri da Mosca, un drone ucraino ha colpito un palazzo residenziale causando cinque feriti, tra cui un bambino.
Putin ha risposto con toni minacciosi, avvertendo che “se l’Ucraina lanciasse attacchi con armi a lungo raggio contro la Russia, la risposta sarebbe sbalorditiva”. Il riferimento implicito riguarda i missili Tomahawk che Kiev avrebbe richiesto agli alleati occidentali, un’escalation che il Cremlino considera inaccettabile.



