La Siria entra ufficialmente nella coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti per sconfiggere lo Stato Islamico, segnando un cambio radicale nella politica estera americana in Medio Oriente. L’annuncio è arrivato durante lo storico incontro tra il presidente Donald Trump e il presidente siriano Ahmed al-Sharaa alla Casa Bianca, la prima visita in assoluto di un leader siriano negli Stati Uniti. Anticipata da un gustoso siparietto, una partita a basket con due importanti capi militari americani, Kevin Lambert e Brad Cooper.
Ahmad Husayn al-Sharaʿ, nato a Riyad il 29 ottobre 1982 e conosciuto anche con lo pseudonimo di Abu Muhammad al-Julani, è diventato presidente della Siria il 29 gennaio 2025, dopo aver guidato l’offensiva lampo che nel novembre 2024 ha rovesciato il regime di Bashar al-Assad in soli dodici giorni. La sua ascesa rappresenta una delle trasformazioni più sorprendenti della recente storia mediorientale.
Cresciuto in una famiglia benestante e laica di Damasco, originaria delle alture del Golan conquistate da Israele nel 1967, al-Sharaa era figlio di un economista nazionalista arabo di orientamento nasseriano. La sua radicalizzazione iniziò nei primi anni 2000, dopo gli attentati dell’11 settembre, quando cominciò a frequentare le moschee dei quartieri più marginali della capitale siriana.
Nel 2003 si unì ad al-Qaeda in Iraq, combattendo durante la guerra irachena e finendo imprigionato in un carcere americano. Nel 2011, su ordine del comandante dello Stato Islamico Abu Bakr al-Baghdadi, fu inviato in Siria per creare il Fronte al-Nusra, con l’obiettivo di combattere il regime di Assad. Due anni dopo si separò da al-Baghdadi per associarsi ad Ayman al-Zawahiri, leader storico di al-Qaeda.
Il percorso di al-Sharaa verso posizioni più moderate iniziò nel 2016, quando il Fronte al-Nusra ruppe con al-Qaeda cambiando nome in Jabhat Fatah al-Sham. Nel 2017 l’organizzazione confluì in Tahrir al-Sham, dando vita al Governo di Salvezza Siriano. Da quel momento, il leader siriano ha lavorato per ammorbidire la propria immagine pubblica e ottenere supporto internazionale.
Il 16 maggio 2013 gli Stati Uniti lo avevano inserito nella lista dei terroristi globali, arrivando a offrire una taglia di 10 milioni di dollari per informazioni che portassero alla sua cattura. La svolta è arrivata il 21 dicembre 2024, quando il Dipartimento di Stato ha abolito la taglia, e definitivamente la settimana scorsa, quando il Dipartimento del Tesoro ha rimosso al-Sharaa dalla lista dei terroristi designati.
Durante l’incontro nello Studio Ovale, Trump ha dichiarato di volere vedere la Siria diventare un paese di successo, esprimendo piena fiducia nelle capacità del nuovo leader. “Ha avuto un passato difficile“, ha commentato il presidente americano, “e penso che, francamente, se non avessi avuto un passato difficile, non avresti avuto una possibilità“.
In un’intervista a Fox News, al-Sharaa ha definito la visita parte di una “nuova era” in cui la Siria collaborerà con gli Stati Uniti. I due leader non hanno discusso del passato jihadista, concentrandosi invece sul presente e sul futuro della Siria come partner geopolitico ed economico di Washington.
La Siria diventa così il novantesimo paese a unirsi alla coalizione globale contro lo Stato Islamico, con l’obiettivo di eliminare gli elementi residui dell’organizzazione terroristica e fermare il flusso di combattenti stranieri verso il Medio Oriente. L’amministrazione Trump ha anche annunciato nuove misure per alleggerire le restrizioni economiche sulla Siria e fornire chiarezza normativa agli investitori.
Tra le decisioni più significative c’è la sospensione per 180 giorni del Caesar Act, che dal 2019 sanzionava il governo siriano. Inoltre, le relazioni diplomatiche tra i due paesi, sospese dal 2012, verranno ripristinate permettendo alla Siria di riaprire la propria ambasciata a Washington.
Nonostante il cambio di rotta americano, il governo di al-Sharaa è stato segnato da violenze contro la minoranza alauita e da scontri mortali tra combattenti beduini sunniti e milizie druse. Il presidente siriano ha promesso di perseguire i membri delle forze di sicurezza responsabili di violazioni dei diritti umani.
L’amministrazione Trump ha chiarito che continuerà a monitorare le azioni del nuovo governo siriano, inclusi i passi verso la normalizzazione dei rapporti con Israele e il contrasto ai gruppi militanti stranieri operanti nel paese. L’incontro alla Casa Bianca rappresenta il terzo tra Trump e al-Sharaa, dopo un primo colloquio a maggio a margine del Consiglio di Cooperazione del Golfo e una cena durante l’Assemblea Generale dell’ONU a settembre.



