Ilaria Salis, insegnante monzese di 39 anni, è una militante antifascista accusata di aver partecipato all’aggressione di due neonazisti durante una contromanifestazione a Budapest l’11 febbraio 2023. Sono quindi 11 mesi che la donna è incarcerata a Budapest, impossibilitata a scontare la condanna di associazione a delinquere con lesioni aggravate ai domiciliari, come stabilito lo scorso giugno 2023 dai giudici ungheresi. La prossima udienza si terrà il 24 maggio 2024, ma le immagini dell’ultimo incontro con le autorità giudiziarie in cui Ilaria Salis si è presentata in aula con catene ai piedi e alle mani ha sollevato un polverone.
Era l’11 febbraio 2023 quando Ilaria Salis è stata presa di mira dalle autorità ungheresi; quel giorno nella città di Budapest si sarebbero tenute le manifestazioni del “Giorno dell’Onore”, in cui molti manifestati di estrema destra e neonazisti si sarebbero radunati per omaggiare un battaglione nazista che nel 1945 tentò di impedire la presa di Budapest da parte dell’Armata Rossa. Ilaria arriva lì in veste di manifestante antifascista, ma sabato 11 febbraio 2023 viene accusata di lesioni aggravate nei confronti di due manifestanti ed incarcerata. Con questa accusa, la donna di Monza rischia fino a 24 anni di carcere secondo la legislazione ungherese.
L’accusa ritiene che Ilaria Salis sia una delle manifestanti antifasciste che ha picchiato con dei manganelli due neonazisti, anche se le riprese video mostrano gli assalitori con dei cappucci che coprono interamente i loro volti. Come segnala Il Fatto Quotidiano, la polizia arresta Ilaria in un momento successivo agli scontri, fermandola in un taxi assieme ad altri due militanti di nazionalità tedesca. La donna possiede un manganello, e questo diventa un elemento a suo carico: “Lo aveva portato con sé per un’eventuale difesa personale“, avrà poi a dire il padre Roberto Salis.
Ora, Ilaria Salis è in attesa di rinvio a giudizio il prossimo 24 maggio 2024, quando la procura ungherese si è fatta avanti con un patteggiamento di 11 anni di carcere anziché 24 come inizialmente previsto. Dopo la pubblicazione delle immagini scioccanti di Ilaria trasportata in aula con catene ai piedi e alle mani, l’ambasciata italiana in Ungheria, in concerto con gli sforzi del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, sta spingendo per un trattamento dignitoso della donna accusata. Nel frattempo, Amnesty International auspica invece che le venga concessa la misura alternativa dei domiciliari.