Elon Musk visiterà il Pentagono su invito del Segretario della Difesa Pete Hegseth. Il New York Times ha riferito che l’incontro includerà un briefing sui piani militari degli Stati Uniti in caso di conflitto con la Cina, un’informazione che ha sollevato ampie discussioni. Tuttavia, Donald Trump ha smentito il report, affermando che il tema Cina non sarà nemmeno menzionato. Il Pentagono ha dichiarato che il focus dell’incontro sarà su innovazione e efficienza.
Secondo fonti anonime, il briefing potrebbe contenere tra le 20 e le 30 slide su strategie militari. Se Musk ricevesse davvero accesso a questi documenti, si tratterebbe di un’espansione significativa del suo ruolo come consulente dell’amministrazione Trump. La sua posizione, però, solleva questioni di conflitto di interesse, dato che è CEO di Tesla e SpaceX, entrambe con interessi commerciali in Cina e contratti con il Pentagono.

L’incontro si inserisce nel contesto della strategia dell’amministrazione Trump per ridurre la spesa pubblica, con il Dipartimento della Difesa che punta a eliminare sprechi. Musk è coinvolto in queste iniziative tramite il Department of Government Efficiency (DOGE), che sta valutando tagli alle alte sfere militari.
Le informazioni riservate del Pentagono vengono spesso classificate in diversi livelli di segretezza. Alcuni briefing possono contenere dettagli operativi con codici di accesso ristretti, mentre altri sono versioni meno sensibili prive di dati classificati. Non è chiaro quale versione verrà presentata a Musk.
Musk possiede già un nullaosta di sicurezza di alto livello e lavora come impiegato governativo speciale, un ruolo che prevede un massimo di 130 giorni di servizio all’anno. Tuttavia, secondo le normative, anche chi ha un’autorizzazione alla sicurezza deve dimostrare un effettivo “bisogno di sapere” per accedere a informazioni classificate.
La visita di Musk avviene in un periodo di tensioni tra Stati Uniti e Cina, con frizioni su commercio, tecnologia e sicurezza. Se il briefing confermasse il focus sulla Cina, sarebbe un segnale importante sulle priorità strategiche di Washington