Dopo 36 anni, Maurizio Palmulli, in arte Mr. Ok ha rinunciato all’annuale tuffo nel Tevere a Capodanno: troppi i 71 anni sulle spalle, e troppo compromettenti gli acciacchi per l’uomo che, messo di fronte a un ultimatum, ha scelto, spinto dal figlio, di non pregiudicare ulteriormente la sua salute; dopo essersi recato, come da tradizione al Ponte sul Tevere dal quale era solito tuffarsi, Palmulli ha salutato il pubblico presente, annunciando di fatto, contestualmente, il suo ritiro da questa tradizione ormai decennale.
Palmulli, come riporta Roma Today, ha rinunciato al tuffo a causa di due microfratture alla colonna vertebrale che, se trascurate, avrebbero potuto addirittura farlo finire su una sedia a rotelle: “Il medico mi ha messo di fronte a questa alternativa: o il tuffo o la carrozzina. Quando ero lassù ho riflettuto e ho deciso che dopo 35 anni è il momento di fermarsi. Se ci riproverò? Vediamo se l’anno prossimo mi si aggiustano le due fratture alla colonna vertebrale“.
Una decisione caldeggiata e condivisa anche dal figlio Claudio, che su Facebook scrive, a corredo di una foto del padre: “Come se l’avessi fatto, perché ci vuole coraggio a stare lì sopra e rinunciare. Grazie per avermi ascoltato“.
Maurizio Giuseppe Palmulli nasce nel 1952 ad Acilia, ma si trasferisce presto ad Ostia, a causa del lavoro del padre, e a soli 18 anni prende il brevetto di bagnino ad Ostia. Regolarmente assunto dal Comune, d’inverno lavora come bidello; è sul litorale romano che Palmulli conosce Rick Du Sonay, il “Mr. Ok ” originale, di cui prenderà il posto nel 1988. Il soprannome deriva dal tipico gesto con la mano fatto al termine di ogni tuffo. Ma a raccontarci la sua emozionante vita, è lo stesso Palmulli, in un’intervista dei primi anni 2010 per il sito Lamiaostia.com
“Il primo stipendio fu di 168.000£ preso proprio a Castel Porziano.
Per due anni feci lo stagionale e tornato dal militare mi arrivò la lettera di assunzione dal Comune di Roma, come assistente bagnante d’estate e come bidello nelle scuole d’inverno, sia di Acilia che di Ostia.
Nel 1977 diedi però le dimissioni: mi ricordo ancora il direttore, il dottor Mancini, che per me era come un padre, che mi rincorreva con un bastone dicendomi “Non ti azzardare a dare le dimissioni”. Io invece andai a lavorare ad Androdoco, con una società edilizia, dove costruimmo tanto. In una settimana guadagnavo come in un mese di bagnino.”
“Ma il lavoro finì presto: mi sono pentito perché a quest’ora già sarei stato in pensione!
Iniziai allora a essere il bagnino di un po’ tutti gli stabilimenti di Ostia: ogni 4/5 anni in uno stabilimento me ne facevo uno in una piscina. Sono stato al Kursaal, all’Italia, all’Urbinati, al Capanno, al Tibidabo, all’Oasi.
Poi, quando hanno riaperto Capocotta, mi hanno chiamato e ho fatto 7 anni lì, ma fu una guerra, fino al 2000.
A quel punto Mario Bellavista, che aveva un chiosco al primo cancello, mi ha portato con lui per 15 anni come bagnino.”
Essere “Mr. Ok” è un impegno e una missione, che Palmulli ha condotto imperterrito per 35 anni
“Giravamo sulla spiaggia di Ostia e proprio al pontile ho conosciuto il primo Mister Ok, Rick De Sonay, il tuffatore italo-belga che inaugurò nel 1946, in cilindro e costume, il tuffo dal Ponte Cavour. Negli ultimi tempi era malato, girava in carrozzina. Il suo ultimo tuffo è stato nel 1989. Io ho iniziato nel 1988 con Spartaco Bandini e Aldo Corrieri.”
“Per saltare con noi devi essere romano e seguire un iter. Quando saltiamo io guido tutto, dai pompieri alla televisione e lo facciamo uno alla volta. Abbiamo avuto la fortuna di essere riconosciuti ufficialmente dal Comune di Roma come Protettori del Tevere.
La prima volta che mi venne l’idea di potermi buttare, andai con mia moglie. Era buio, e l’altezza mi fece paura. Ci tornai il giorno dopo e mi convinsi di farlo. Quando arrivò il primo gennaio dissi a Spartaco che quel giorno sarei saltato pure io. Lui mi guardò con un sorriso. Gli chiesi se poteva saltare prima lui così avrei visto come fare, ma lui rispose: “Gli ospiti per primi”. Io poi l’ho rifatto a tutti quelli dopo di me, ma è giusto così perché se passi quel momento puoi continuare sempre.”
Negli anni, Palmulli ha lavorato anche come consulente per il cinema, collaborando con Paolo Sorrentino, o in televisione, come giudice del reality Stasera mi tuffo (2013). Palmulli non è l’unico a tuffarsi in acqua, pubblicamente, a Capodanno, ma forse il suo è stato (finora) il tuffo più ardito. Per alcuni infatti, è tradizione fare un bagno in mare o altrove in località come Viareggio, Portici (Napoli), Riva del Garda, una tradizione abbastanza diffusa ma certo non comune come la tradizione di sparare i botti – che è molto antica, o quella di indossare mutande rosse, che non è italiana o mangiare lenticchie, queste ultime più legate alla superstizione, che alla “goliardia”.