Queer Family è un termine inglese che indica una famiglia in cui nessun componente è eterosessuale o cisgender (cioè la cui identità corrisponde o al sesso biologico). Nelle recenti parole di Michela Murgia però, questo termine assume un significato un po’ diverso. La scrittrice infatti, nel parlare della sua queer family, che le starà accanto durante la sua malattia, si riferiva a persone che non hanno alcun legame familiare con lei, ma che lei sente come famiglia. In questo caso l’orientamento sessuale delle persone che staranno accanto alla Murgia c’entra poco e la sua non si può neanche definire “famiglia allargata” o “famiglia arcobaleno”, che sono un’altra cosa.
La definizione della Murgia ha creato un po’ di confusione perché Queer, da sempre, è un termine che viene associato alla comunità LGBTQ+ e infatti è una parola generica che indica persone che non sono eterosessuali. I gay possono ritrovarsi in questo termine, ma più specificamente è una definizione adottata da chi non sente di appartenere ad una categoria specifica o non vuole etichette nell’ambito dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere, pur ribadendo con fermezza di non essere eterosessuale. Va sottolineato inoltre che Queer letteralmente significa “strambo”, “eccentrico” ed originariamente era un termine dispregiativo, che è stato adottato dalla comunità rainbow e trasformato in un termine fieramente inclusivo.
Tornando a Michela Murgia, molti hanno definito erroneamente la Queer Family della scrittrice sarda come una “famiglia allargata”, ma non è così. Tra le persone che staranno accanto all’autrice e che vivranno con lei in una casa con dieci letti acquistata allo scopo, ci sono lo scrittore e giornalista Roberto Saviano, l’attivista e avvocata Cathy La Torre, l’attore Lorenzo Terenzi, il cantante lirico Francesco Leone, le scrittrici Chiara Valerio e Chiara Tagliaferri, l’attivista Michele Anghileri. E poi ci sono anche i figli dell’anima di Michela Murgia, cioè ragazzi che lei ha contribuito a crescere e sostenere, senza che interrompessero il legame con le loro famiglie biologiche. Terenzi, nello specifico, è l’uomo che Murgia sposerà perché servirà qualcuno che, legalmente, sia autorizzato a prendere delle decisioni su di lei, in futuro con il progredire della sua malattia. A tale proposito Murgia ha spiegato che avrebbe potuto sposare anche una donna, sarebbe stata la stessa cosa, perché non è un matrimonio “d’amore”, ma di necessità legali, pur essendoci dei vincoli affettivi.