Il 2 aprile 1990 moriva Aldo Fabrizi, grande attore e regista romano, follemente innamorato della buona cucina (soprattutto quella romana). Insieme ad Alberto Sordi e Anna Magnani, ebbe un ruolo cruciale nel riportare al grande schermo la Roma di quei tempi.
Alla passione per il cinema alternò quella per la cucina, tanto da scrivere numerose poesie in onore della pasta e chiedendo che il suo epitaffio commemorativo riportasse la scritta Fu tolto al mondo troppo al dente. Nato e cresciuto e Roma, senza dubbio la gastronomia fu una passione di famiglia. La sorella Elena, anche lei attrice, aprì il famoso ristorante Sora Lella sull’Isola Tiberina, dove spesso si trovava a cucinare fiancheggiata da Aldo.

Tre sono le raccolte che Aldo Fabrizi dedicò al cibo: La pastasciutta. Ricette nuove e considerazioni in versi, Nonna minestra. Ricette e considerazioni in versi e Nonno pane. Ricette e considerazioni in versi. In queste raccolte, alcuni componimenti spiccano per simpatia e genialità. Molto divertente, ad esempio, è il sonetto intitolato La Matriciana del 1974:
Soffriggete in padella staggionata,
cipolla, ojo, zenzero infocato,
mezz’etto de guanciale affumicato
e mezzo de pancetta arotolata.
Ar punto che ‘sta robba è rosolata,
schizzatela d’aceto profumato
e a fiamma viva, quanno è svaporato,
mettete la conserva concentrata.
Appresso er dado che jè dà sapore,
li pommidori freschi San Marzano,
co’ un ciuffo de basilico pe’ odore.
E ammalappena er sugo fa l’occhietti,
assieme a pecorino e parmigiano,
conditece de prescia li spaghetti.
Le sue poesie hanno come elemento centrale i piatti della tradizione, ma allo stesso tempo raccontano le scene di vita quotidiana e le abitudini romane. Esaltano la bellezza delle cose semplici e di un passato più genuino rispetto all’epoca a cui andavano incontro. Il tutto condito da un tocco di umorismo e profonda umanità.
Con Fabrizi la tavola imbandita e le vivande divengono metafora di convivialità ma anche elemento di cultura popolare che unisce nella tradizione, nonostante lo scorrere del tempo. Gli ultimi anni non furono proprio rosei per l’attore, dato che per motivi di salute dovette mettersi a dieta. Ma anche in quel periodo l’ironia e l’umorismo non lo abbandonarono e continuò a scrivere. E con la sua poesia La Dieta l’attore non poté che chiedersi: vale la pena soffrire per il timore di morire?.