La fiaba di Biancaneve è una delle più celebri al mondo, resa immortale dai fratelli Grimm nel 1812 e, successivamente, dal primo lungometraggio della Disney. Ma è possibile che questa storia tragga ispirazione da eventi reali? Molti studiosi ritengono che Biancaneve possa essere basata su una persona realmente esistita. Due ipotesi, in particolare, emergono tra le ricerche storiche, entrambe riferite a nobildonne vissute tra il XVI e il XVIII secolo in Germania.
La prima teoria e, di fatto, la più accreditata, collega Biancaneve a Margaretha von Waldeck, una nobildonna tedesca nata nel 1533. Figlia del conte Filippo IV di Waldeck-Wildungen, cresce in una regione nota per le sue miniere, dove i lavoratori spesso sono bambini malnutriti e deformati dalla fatica. Elementi fisici che, in qualche modo, riportano ai sette nani della fiaba.
A quindici anni, però, Margaretha viene inviata alla corte di Bruxelles, dove si innamora del futuro re di Spagna, Filippo II. Una relazione, la loro, che non viene vista di buon occhio, soprattutto dalla matrigna della ragazza, Katharina von Hatzfeld, e dalla corte spagnola. Tutto, però, termina in modo tragico con la prematura scomparsa della giovane, che muore improvvisamente all’età di 21 anni, probabilmente avvelenata. Alcuni storici, infatti, ritengono che il suo assassinio sia stato orchestrato da agenti spagnoli per impedire il matrimonio con Filippo II. Al di là di questo, comunque, la storia presenta diversi parallelismi con la fiaba: una giovane di straordinaria bellezza, un padre nobile, una matrigna ostile, un ambiente minerario e una morte sospetta per avvelenamento.

La seconda ipotesi, invece, collega Biancaneve a Maria Sophia von Erthal, nata nel 1725 a Lohr am Main, in Baviera. Maria Sophia è figlia del principe elettore Philipp Christoph von Erthal e della sua prima moglie. Dopo la morte della madre, il padre si risposa con Claudia Elisabeth Maria von Venningen, descritta come una donna fredda e autoritaria, che favorisce i propri figli a discapito di Maria Sophia.
La città di Lohr è famosa per la produzione di specchi di alta qualità, realizzati nella locale fabbrica di vetro. Si dice che uno di questi, chiamato “lo specchio parlante”, sia fosse stato donato alla matrigna dal padre e che avesse un’eco particolare, tanto che sembrava “rispondere” alle persone. Un particolare, questo, che potrebbe aver ispirato il celebre “specchio magico” della fiaba. Inoltre, anche nei boschi vicino a Lohr si trovano miniere dove lavorano uomini di bassa statura, che potrebbero aver dato origine alla figura dei sette nani.
Qualunque sia l’effettiva realtà storica, la versione scritta dai fratelli Grimm nel XIX secolo si basa su racconti popolari tramandati oralmente per generazioni. In questa versione, Biancaneve non viene risvegliata con un bacio d’amore, ma perché il pezzo di mela avvelenata esce dalla sua gola quando il principe trasporta il suo corpo.
Walt Disney, poi, ha modificò molti elementi per renderli più romantici e adatti al pubblico dell’epoca. Il bacio del vero amore, così, diventa l’elemento centrale del risveglio di Biancaneve, trasformandola in una storia d’amore piuttosto che in un racconto di vendetta e superstizione.