È pigro, ironico, innamorato della lasagna e detesta i lunedì. Garfield, il gatto più famoso del mondo dei fumetti, ha conquistato milioni di lettori con il suo sguardo mezzo chiuso e la sua impassibilità felina. Ma oltre le battute taglienti e la pigrizia cronica, in molti si sono chiesti: che razza è Garfield?
La rappresentazione fumettistica è quella di un gatto domestico arancione, con striature nere sul dorso e una corporatura piuttosto robusta. Il suo aspetto lo rende simile a un micio soriano, ma con una chiara ispirazione a una razza specifica: il gatto Exotic Shorthair. Questa razza, creata a partire dagli anni ’60 incrociando il Persiano con gatti a pelo corto, ha un muso schiacciato, occhi grandi, un’aria placida e un corpo massiccio: tutti tratti che ricordano proprio Garfield.

Jim Davis, il creatore del personaggio, non ha mai dichiarato ufficialmente la razza del suo celebre micio, ma in un’intervista ha ammesso di essersi ispirato ai gatti che ha conosciuto da bambino nella sua fattoria dell’Indiana. Probabilmente si trattava di soriani rossi a pelo corto, comunissimi nelle campagne americane. Tuttavia, le fattezze di Garfield, muso tondo, corporatura tarchiata, occhi espressivi, ricordano chiaramente quelle dell’Exotic Shorthair, al punto che alcuni allevatori hanno ribattezzato questa razza proprio Garfield cat in suo onore.
Andando oltre il suo aspetto, però, com’è nata la fama di questo gattone dalle caratteristiche così spiccate? Tutto inizia il 19 giugno 1978 grazie ala fantasia del fumettista americano Jim Davis. La prima striscia viene pubblicata su 41 giornali statunitensi, ma il successo è immediato e globale. Già negli anni ’80,infatti, Garfield è una vera e propria icona pop, tradotto in oltre 40 lingue e pubblicato su migliaia di testate.
Il fumetto ruota attorno a una dinamica semplice ma irresistibile: Garfield vive con Jon Arbuckle, il suo proprietario un po’ sprovveduto, e con Odie, un cane entusiasta e ingenuo. La comicità nasce dallo sguardo sarcastico del gatto sulle situazioni quotidiane, ma anche da un sottotesto molto umano: Garfield è in fondo un antieroe che preferisce il divano all’azione, il cibo alla forma fisica, l’egoismo alla socialità. Caratteristiche in cui è facile riconoscersi anche se, vestite da un placido gattone arancione, sono sicuramente più simpatiche e più vicine a delle debolezze che a dei difetti.