Erin Doom, 30 anni, è la scrittrice che sotto pseudonimo ha firmato i libri bestseller Nel modo in cui cade la neve e Fabbricante di lacrime. Il suo vero nome è Matilde – ma non ha voluto svelare il suo cognome – e presto sarà in libreria con Stigma, il nuovo libro. Matilde vive in Emilia Romagna, è laureata in giurisprudenza e spiega che aveva scelto l’anonimato perché è molto timida. Anche i suoi genitori hanno saputo solo in seguito che lei era Erin Doom.
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Matilde ha spiegato il significato del suo nome d’arte: “Erin è un nome di origine irlandese che richiama i concetti libertà, natura, spazi aperti. Doom mi piaceva per l’ambivalenza, perché in inglese vuol dire destino e condanna, e ogni cosa, a seconda di come noi ce la viviamo, ha un’accezione negativa e positiva”. Bionda, con capelli lunghi e un sorriso luminoso, Matilde ha spiegato di aver iniziato a scrivere durante gli anni dell’università.
Tra il 2021 e il 2022 Matilde, col nome di Erin Doom, ha venduto ben settecentomila copie con i libri Fabbricante di Lacrime e Nel modo in cui cade la neve, romanzi molto amati dai ragazzi. Fino a oggi però nessuno sapeva la vera identità di questa scrittrice, in grado di raggiungere grandissimi risultati ma pronta a firmarsi solo con uno pseudonimo. Al Corriere della Sera la ragazza specifica: “Oggi viene da presentarmi col mio nome vero, Matilde. Ma sono anche Erin Doom e così continuerò a firmare i miei libri”. Matilde spiega che solo sette persone sapevano che lei era Erin Doom, persino ai suoi genitori lo ha svelato solo in seguito. La scrittrice è stata paragonata ad Elena Ferrante per il “giallo” sulla sua identità, pensate che sul set del primo film tratto dal suo romanzo, si è presentata come “la stagista dell’ufficio marketing della casa editrice”.
Quando chiedono a Matilde, vero nome di Erin Doom, come mai abbia preso la scelta di rivelare ora il suo nome la ragazza ha spiegato: “Sono sempre stata timida e introversa. Fin dall’inizio, quando ho pubblicato i primi libri a capitoli sulla piattaforma Wattpad e poi col self publishing ho scelto uno pseudonimo per vivere tutto questo nel modo più confacente alla mia indole. L’anonimato è stata una scelta consapevole, ma anche un compromesso. Sentivo però che mi mancava la possibilità di incontrare i lettori. Ho vissuto tutto attraverso uno schermo e quasi non me ne sono resa conto. La scelta di svelarmi è stata graduale e ora sono pronta”.