Premio Nobel per la Letteratura nel 2013, Alice Munro è stata celebrata per il suo lavoro e, soprattutto, per la capacità di condensare emozioni e sensazioni all’interno di racconti brevi. Nonostante la fama ed i riconoscimenti professionali che hanno costellato la carriera della scrittrice canadese, però, attualmente su di lei è scesa un’ombra capace, forse di metterla in discussione da un punto di vista privato nel ruolo di madre. Ma iniziamo questa storia dal principio.
Gli anni della formazione
Alice Munro è nata il 10 luglio 1931 in una cittadina della regione dell’Ontario all’interno di una famiglia di agricoltori. Il suo talento per gli studi e, soprattutto, per le materie letterarie, le garantiscono una borsa di studio che la porta lontano dall’ambiente in cui è cresciuta. È il 1949, infatti, quando inizia a frequentare la University of Western Ontario. Nello stesso periodo, poi, comincia a collaborare con una rivista universitaria, pubblicando i suoi primi scritti. La letteratura, però, non è la sua sola compagni di vita. Per mantenersi agli studi, infatti, accetta qualsiasi tipo di lavoro diventando cameriera, raccoglitrice di tabacco e impegnata in una biblioteca.
L’ambiente universitario, però, le diventa ben presto stretto. Così, dopo solo due anni, si trasferisce a Victoria con il marito James Munro, con cui apre una libreria ed ha quattro figlie. Il loro matrimonio, però, non è destinato a durare. Così, dopo la separazione Alice ottiene un posto come Writer-in-residence presso la University of Western Ontario, tornando esattamente al punto di partenza. In quel momento, però, è consapevole di voler fare della scrittura lo scopo di una vita. Così, dopo essersi sposata con il secondo marito Gerald Fremlin, inizia effettivamente a pubblicare mantenendo il nome Munro.
I successi
Nel 1968 Alice Munro pubblica la sua prima raccolta di racconti, La danza delle ombre felici, ed è subito successo. Lo stesso che le vale un premio canadese prestigioso come il Governor General’s Award. A questa pubblicazione seguono Chi ti credi di essere? e quindici raccolte, molte delle quali pubblicate su riviste importanti come The New Yorker, The Atlantic Monthly e The Paris Review.
Per finire, poi, la Munro ottiene anche la benedizione del cinema. Il racconto The Bear Came Over the Mountain, tratto dalla raccolta Nemico, amico, amante.., viene adattato per il grande schermo diventando il film Away from Her – Lontano da lei, diretto da Sarah Polley. Un omaggio che la Munro ha fatto in tempo a comprendere prima di cadere vittima della demenza senile. Condizione che l’ha afflitta per dieci anni fino alla sua morte avvenuta il 13 maggio 2024.
La Munro e il ruolo di madre
Gli splendori professionali che hanno caratterizzato la vita della Munro sembrano contrapporsi ad una condizione familiare piuttosto problematica ed inquietante. A sollevare la questione, infatti, è stata una delle figlie, Andrea Robin Skinner. In occasione di un’intervista rilasciata al Toronto Star, ha dichiarato di essere stata vittima di abusi sessuali da parte del secondo marito della madre, Gerald Fremlin, quando era solo una bambina. Una situazione, questa, che si è protratta nel tempo e che, soprattutto, è stata vissuta con un tacito consenso da parte della madre nonostante fosse a conoscenza dell’accaduto. In sostanza, dunque, la Munro non ha mai preso provvedimenti per tutelare la figlia che, dall’età di nove anni, è stata sottoposta a molestie quotidiane.
Sempre nell’intervista, poi, la donna ha rivelato di aver tentato di parlare dell’accaduto con sua madre quando aveva 25 anni. Anche in questo caso, però, la Munro non ha accettato il confronto, accogliendo la confessione con freddezza ed invitando la figlia a seppellire tutte le sue sensazione nel passato. Alla fine, però, diventata ormai adulta, Andrea ha deciso di denunciare le violenze subite dal patrigno, non riuscendo più a sopportare gli elogi pubblici espressi dalla madre nei confronti del marito. Una decisione che ha portato ad una condanna a due anni di libertà vigilata per atti osceni e aggressione.
Tutta la vicenda, comunque, ha portato molti a revisionare la figura della Munro anche come scrittrice, aprendo un dibattito sul collegamento tra produzione letteraria e biografia degli autori. In questo senso, infatti, ogni opera dovrebbe essere letta in relazione alle effettiva esperienze personali di chi l’ha scritta.