Gianni Rodari è stato uno degli autori italiani per l’infanzia più influenti del XX secolo. Scrittore, pedagogista, giornalista e intellettuale, Rodari ha rivoluzionato il modo di pensare la letteratura per bambini, ponendo al centro la creatività, il gioco linguistico e il pensiero divergente. La sua opera, tradotta in oltre 50 lingue, continua a ispirare insegnanti, genitori e studenti a livello internazionale.
Giovanni Francesco Rodari nasce a Omegna, sul Lago d’Orta, il 23 ottobre 1920. Dopo aver frequentato il seminario e conseguito il diploma magistrale, inizia a insegnare in scuole elementari della provincia lombarda. Durante la Seconda Guerra Mondiale aderisce alla Resistenza, esperienza che segnerà profondamente la sua visione etica e pedagogica.
Dopo la guerra, si avvicina al giornalismo. collabora con L’Unità, Paese Sera e soprattutto con Il Pioniere, un giornale per bambini diretto da lui stesso. È in questi anni che affina il proprio stile e inizia a pubblicare racconti destinati all’infanzia.

Tra le opere più amati di Gianni Rodari ci sono “Favole al telefono” (1962), una raccolta di racconti brevi, surreali e poetici, ambientati in un’Italia immaginaria e gentile, letti da un papà viaggiatore alla figlia ogni sera al telefono. E “Il libro degli errori” (1964), grande un classico che trasforma gli sbagli ortografici in gioco e creatività linguistica. Senza dimenticare “La grammatica della fantasia” (1973), il suo saggio pedagogico più noto, in cui sviluppa un metodo di “educazione all’immaginazione”. È considerato un testo di riferimento per insegnanti e formatori in tutta Europa. E “Cipì”, “Gelsomino nel paese dei bugiardi”, “La torta in cielo”, romanzi brevi che combinano invenzione narrativa, riflessione sociale e linguaggio poetico.
Rodari non fu solo uno scrittore per l’infanzia – nel 1970 vinse il Premio Hans Christian Andersen, massimo riconoscimento internazionale per bambini – ma anche un intellettuale profondamente legato ai valori dell’antifascismo, della pace e dell’inclusione sociale. Le sue storie sono spesso popolate da bambini e personaggi che mettono in discussione l’autorità cieca, il militarismo, l’ingiustizia sociale. Con ironia e leggerezza, Rodari affrontava temi complessi rendendoli accessibili ai più piccoli, convinto che la fantasia sia uno strumento per comprendere e trasformare la realtà.
La pedagogia rodariana è fondata sulla convinzione che l’errore non sia un fallimento, ma un’opportunità creativa. In un’epoca in cui la scuola italiana era ancora rigida e trasmissiva, Rodari promosse una didattica aperta, dialogica e cooperativa. La sua influenza è ancora oggi presente nei programmi scolastici, nella formazione insegnanti e nelle metodologie educative contemporanee.
Gianni Rodari morì a Roma il 14 aprile 1980.
Era sposato con Maria Teresa Ferretti dal 1953 e da lei ebbe la figlia Paola, nata nel ’57.