La figura materna ha avuto un ruolo fondamentale nella vita e nell’opera di Pier Paolo Pasolini, uno degli intellettuali più controversi e influenti del Novecento italiano. Sua madre, Susanna Colussi, infatti, non è stata soltanto una presenza affettiva, ma anche un riferimento culturale e morale che ha influenzato profondamente la sua poetica e il suo pensiero.
La donna nasce nel 1891 a Casarsa della Delizia, un piccolo comune friulano. Proviene da una famiglia di origini contadine ma con una spiccata propensione all’istruzione. Il suo percorso, infatti, la porta a diventare maestra elementare, un ruolo di grande prestigio per l’epoca. L’istruzione e l’amore per la cultura, dunque, sono gli elementi che ha trasmesso ai suoi figli, Guido e Pier Paolo, avuti dal matrimonio con Carlo Alberto Pasolini, ufficiale di fanteria.

La loro famiglia, però, cela più di un problema e, forse, proprio per questo la relazione tra Susanna e Pier Paolo diventa intensa e caratterizzata da un affetto quasi simbiotico. A causa della professione del marito, la famiglia è costretta a numerosi trasferimenti in diverse città italiane, ma è Casarsa della Delizia il luogo dove madre e figlio riescono a trovare il loro rifugio spirituale dopo che il padre è stato preso prigioniero dagli alleati durante la Seconda guerra mondiale. Qui, Pasolini matura la sua passione per la letteratura e la poesia, spesso ispirandosi ai paesaggi e ai dialetti friulani, elementi che gli vengono trasmessi proprio dalla madre.
La perdita del fratello Guido nel 1945, ucciso in circostanze drammatiche durante la guerra civile italiana, rafforza ulteriormente il legame tra Susanna e Pier Paolo. Non è un caso, dunque, che la figura materna ricorra costantemente nelle opere di Pasolini. Susanna Colussi non è stata soltanto una presenza affettuosa, ma anche un simbolo di purezza, di amore incondizionato e di sacrificio. Un esempio emblematico di questa influenza si trova nel film “Il Vangelo secondo Matteo” (1964), in cui Susanna interpreta il ruolo della Vergine Maria anziana, incarnando così un’idea materna sacra e universale.
Nella sua produzione poetica, poi, Pasolini dedica diversi componimenti alla madre, tra cui spicca “Supplica a mia madre”, un testo struggente che esprime il legame profondo e viscerale tra i due. La madre, in questa poesia, diventa simbolo di un amore che consola e al tempo stesso imprigiona, un legame impossibile da recidere. Susanna, dunque, rappresentava per Pasolini un riferimento morale, ma anche una sorta di rifugio dall’ostilità del mondo esterno, soprattutto negli anni più difficili della sua vita, segnati da attacchi politici e scandali.
Quando il 2 novembre 1975, Pasolini viene trovato ucciso, la Colussi si trova ad affrontare un dolore immenso ed insanabile. Da quel giorno, infatti, si chiude in una solitudine che caratterizza gli ultimi anni della sua vita, fino ad arrivare alla morte nel 1981.