Il Maestro Arnaldo Pomodoro si è spento il 22 giugno 2025 a Milano, alla vigilia del compimento dei suoi 99 anni. La sua scomparsa segna la fine di un’epoca per l’arte contemporanea italiana e internazionale. La Fondazione che porta il suo nome lo ricorda come una voce lucida e visionaria dell’arte, dichiarando che “Lascia un’eredità immensa“.
Arnaldo Pomodoro nacque il 23 giugno 1926 a Morciano di Romagna, ma nel 1937 si trasferì a Rimini dove frequentò l’Istituto tecnico per geometri. Visse l’infanzia e la formazione presso Pesaro, dove dalla metà degli anni Quaranta e fino al 1957 lavorò nell’ambito della ricostruzione degli edifici pubblici. Della sua famiglia disse:
“(era) Votata alle scelte concrete. Il nonno paterno era un medico veterinario e farmacista. Inventò una medicina per la cura di una malattia che faceva morire le mucche. Possedevamo della terra che dava da mangiare a tutti e permise a mio padre di non fare mai nulla. Finite le medie avrei voluto iscrivermi al liceo artistico. Mia madre e mio nonno pretesero una scuola che desse reali sbocchi professionali. Fu così che alla fine mi ritrovai con il diploma di geometra. Studiai a Rimini, durante la guerra” .

Inizialmente fu geometra per poi dedicarsi completamente alla scultura. Questa formazione tecnica influenzò profondamente il suo approccio artistico, conferendo alle sue opere una precisione geometrica e una comprensione profonda dei materiali che sarebbero diventati elementi distintivi del suo linguaggio espressivo.
Nel 1953 si trasferì a Milano, città che divenne il centro nevralgico della sua produzione artistica. Visse in una casa-studio ai Navigli. Lavorava per il genio civile, ma nel tempo libero creava monili e decorazioni. Fondamentale fu l’incontro con Lucio Fontana che intuì il suo talento. Nel 1959, il viaggio in America dove restò per tre mesi con una borsa di studio. Nel 1962, il primo contratto con la Marlborough Gallery.
Il suo percorso culminò nella produzione delle memorabili sfere di bronzo, che si scompongono, si “rompono” davanti allo spettatore. Opere che svelano il mistero contenuto in ogni creazione umana, rese ancora più belle da un materiale caldo e liscio.
“Ho sempre pensato che la sfera ha una sua energia misteriosa. La sua presenza crea un altro spazio. O meglio trasforma quello esistente. La perfezione di una sfera non sta nella sua chiusura inviolabile, ma nell’immaginarla aperta. Dovevo realizzarla come un tutto tormentato e corroso. Dunque aperta, sino al punto che il suo interno dialogasse o ferisse la superficie esterna“.
Una delle sue sfere si trova davanti al Ministero degli Esteri, a Roma, quasi a simboleggiare il mondo.
Nel 1995 diede vita alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, che ancora oggi opera come luogo aperto alla rilettura dell’arte del Novecento e alla creatività dei giovani artisti. La Fondazione rappresentò per Pomodoro il coronamento dell’impegno per la diffusione dell’arte contemporanea e la formazione delle nuove generazioni.
Era fratello maggiore di Giorgio “Giò” Pomodoro, anch’egli scultore.