Quando Joe Biden, allora presidente americano, vide quella foto, disse: “Che bell’uomo!“. Ma non è questo il motivo per cui quello scatto fece storica. Il 24 agosto 2023 successe qualcosa di unico nella storia degli USA: un ex-presidente dovette fare una foto segnaletica, una “mug shot”, in una prigione. Si trattava di Donald Trump, che era stato presidente dal 2017 al 2021 e che poi ha vinto di nuovo le elezioni nel 2024, si è presentato volontariamente alla prigione della Contea di Fulton ad Atlanta, in Georgia. Il motivo? Era stato accusato di aver cercato di manipolare i risultati delle elezioni del 2020 in Georgia.
Il documento divenne storico per molti motivi. Anzitutto, per la prima volta nella storia un presidente americano (anche se ex) venne fotografato dalla polizia come un comune criminale. Nella foto, Trump indossava un completo blu, camicia bianca e cravatta rossa (i colori della bandiera americana). Il suo viso ha un’espressione molto seria e arrabbiata e non sorride per niente. Poi, visto che la realtà politica supera ogni più fervida immaginazione, Trump ha (auto) citato quell’espressione per la foto ufficiale del secondo mandato. Guardate per credere.

Appena rilasciato dalla prigione, Trump stesso ha pubblicato la foto sui social media con il messaggio: “FOTO SEGNALETICA – 24 AGOSTO 2023, INTERFERENZA ELETTORALE, MAI ARRENDERSI!”
Da quel momento, la foto è diventata virale e ha fatto il giro del mondo diventando, come spesso è successo con Trump, parte integrante di una strategia di comunicazione. E questo vuol dire (anche) fare un mucchio di soldi. I sostenitori di Trump, infatti, la usarono per raccogliere fondi elettorali, 7,1 milioni di dollari in soli due giorni. Trump ricevette il numero di detenuto P01135809 e vendette parti del vestito che indossava quel giorno per raccogliere ulteriori finanziamenti.