Dante Alighieri, considerato il sommo poeta e il “padre” della lingua italiana, è indissolubilmente legato alla città di Firenze. Nonostante questo, però, non è sepolto nel suo luogo natale. Esiliato dalla città nel 1302 a causa delle sue convinzioni politiche, trascorse gli ultimi anni della sua vita a Ravenna, dove muore il 13 settembre 1321. Un’avvenimento non legato alla casualità, visto che è stato proprio il poeta a sceglierla come luogo per il suo riposo.
Le ragioni che hanno spinto Dante a scegliere Ravenna come sua ultima dimora sono molteplici. Innanzitutto, la città romagnola lo ha accolto con grande ospitalità, offrendogli un rifugio sicuro durante gli anni dell’esilio. Inoltre, Ravenna era un importante centro culturale e politico, dove ha potuto continuare i suoi studi e le sue ricerche.
Ma dove si trova esattamente la tomba di Dante Alighieri? Per chi volesse rendere omaggio al poeta è necessario dirigersi verso la Basilica di San Francesco, nel cuore di Ravenna. È un semplice monumento neoclassico, eretto nel XVIII secolo, che contrasta con la grandiosità della figura che ospita. Nel corso del tempo, però, questa sepoltura è stata al centro di un diverbio piuttosto intenso tra Firenze e Ravenna. La prima, infatti, pentita dell’esilio inflitto al suo più illustre cittadino, ha più volte richiesto la restituzione delle spoglie mortali del poeta. Un desiderio rifiutato categoricamente da Ravenna, considerando Dante parte integrante della propria storia e della propria identità.
D’altronde la sua tomba è molto di più di un semplice luogo della memoria o di sepoltura. Piuttosto è il simbolo dell’appartenenza ad una precisa cultura ed un contatto fondamentale con una evoluzione storica cui tutti apparteniamo.