Dante Alighieri è sepolto a Ravenna, città dov’è morto il 13 settembre del 1321. Considerato il sommo poeta e il “padre” della lingua italiana, Alighieri è indissolubilmente legato alla città di Firenze. Nonostante questo, però, riposa nella città che lo ospitò negli ultimi anni della sua vita. Da quando, cioè, nel 1302 a causa delle sue convinzioni politiche fu allontanato dalla terra d’origine. Per chi volesse rendere omaggio al poeta è necessario dirigersi verso la Basilica di San Francesco, nel cuore della località romagnola. Il mausoleo, costruito tra il 1780 e il 1781 dall’architetto Camillo Morigia, si staglia sul fondo di Via Dante Alighieri. Sull’architrave di accesso un cartiglio in marmo recita “Dantis Poetae Sepulcrum“, una scritta che non dà adito a fraintendimenti.
Le spoglie di Dante furono posizionate qui e qui rimasero fino al 1810 quando, dopo la promulgazione delle leggi napoleoniche, i frati lasciarono il convento, nascondendo la cassetta con le ossa. Nel 1865 un muratore trovò il prezioso scrigno, su cui c’era una scritta che recitava “Queste le ossa di Dante da me collocate in data 18 ottobre 1677”, che non fu distrutto per poco. La salma di Dante fu quindi ricomposta e ritumulata all’interno del tempietto.
Perché Ravenna?
Le ragioni che hanno spinto Dante a scegliere Ravenna come sua ultima dimora sono molteplici. Innanzitutto, la città romagnola lo ha accolto con grande ospitalità, offrendogli un rifugio sicuro durante gli anni dell’esilio. Inoltre, Ravenna era un importante centro culturale e politico, dove ha potuto continuare i suoi studi e le sue ricerche.
Nel corso del tempo, però, questa sepoltura è stata al centro di un diverbio piuttosto intenso tra Firenze e Ravenna. La prima, infatti, pentita della pena inflitta al suo più illustre cittadino, ha più volte richiesto la restituzione delle spoglie mortali del poeta. Un desiderio rifiutato categoricamente da Ravenna, considerando Dante parte integrante della propria storia e della propria identità.
D’altronde la sua tomba è molto di più di un semplice luogo della memoria o di sepoltura. Piuttosto è il simbolo dell’appartenenza ad una precisa cultura ed un contatto fondamentale con una evoluzione storica cui tutti apparteniamo.