Keith Haring, il celebre artista, noto in tutto il mondo per lo stile inconfondibile delle sue creazioni, ha realizzato dei graffiti anche a Roma. Si trovavano fuori dalla linea A della metropolitana e davanti al Palazzo delle Esposizioni, sulla centralissima via Nazionale. Purtroppo, però, le sue opere sono state coperte e non è più possibile ammirarle.
Negli anni ’80, Keith Haring è stato un icona della street art (e non solo). Nato nel 1958, le sue opere, caratterizzate da figure stilizzate e colori vivaci, affrontavano temi sociali come l’AIDS (malattia che gli ha tolto la vita nel 1990) e l’uguaglianza. Haring, oltre a decorare le strade di New York, ha realizzato murales in tutto il mondo, anche nel nostro paese. A Pisa, per esempio, dove si trova Tuttomondo, un’opera monumentale, dedicata alla fratellanza universale, che ricopre una parete di 180 metri quadrati, sulla parete esterna della canonica della chiesa di Sant’Antonio Abate. E poi a Milano, dove Haring ha decorato il negozio di Elio Fiorucci, all’interno dello store di Galleria Passarella. E realizzato il murale all’After Dark, club gay di Viale Certosa, coperto ma forse ancora recuperabile.
Diverso destino per le opere nella Capitale. Haring arrivò a Roma nei primi Anni Ottanta e realizzò ben due graffiti. Il primo, come detto, sul lato sinistro della facciata del Palazzo delle Esposizioni. Il secondo sulle barriere antirumore di Ponte Nenni, dove si trovano i binari della Metro A che in quel punto sbuca dalla galleria e oltrepassa il Tevere.
Il Comune di Roma decise di coprire i disegni in due occasioni specifiche. La prima a essere cancellata fu l’opera al Palazzo delle Esposizioni nel 1992, in occasione della visita del presidente sovietico Mikhail Gorbachov, per il centenario della fondazione del Partito Socialista Italiano. L’altra, sparì nel luglio del 2000 (sotto la giunta Rutelli) per liberare la vista del Tevere. Allora si tenne il Giubileo e la città subì un restyling totale.