Alessandro Manzoni è ricordato come l’autore del primo romanzo storico italiano, I Promessi Sposi, e per essere considerato il padre della lingua italiana. Non tutti, però, conoscono le vicende che hanno caratterizzato la sua vita sentimentale. Questa, infatti, è stata segnata da grandi amori, matrimoni difficili e profonde riflessioni morali. Manzoni, infatti, non è stato soltanto un letterato e un pensatore, ma anche un uomo che ha vissuto intensamente i sentimenti, tra passioni giovanili, lutti dolorosi e un rapporto complesso con la fede.
Il suo primo grande sentimento è per la madre, Giulia Beccaria, una figura centrale nella sua formazione emotiva e intellettuale. Figlia dell’illuminista Cesare Beccaria, la sua vita è caratterizzata da un percorso sentimentale complesso. Sposata con Pietro Manzoni, ha avuto Alessandro da una relazione extraconiugale con Giovanni Verri o con un altro esponente dell’aristocrazia milanese.
Dopo essersi separata dal marito, però, si trasferisce a Parigi, dove Alessandro la raggiunge nel 1805. Il rapporto con la madre, dunque, diventa intenso e quasi totalizzante, tanto da influenzare profondamente la sua visione della donna e dell’amore. Parigi, inoltre, è stato anche il luogo della sua prima educazione sentimentale, tra gli intellettuali e i salotti letterari della capitale francese.

Nel 1808, dunque, Manzoni sposa Enrichetta Blondel, una giovane di origine ginevrina e di fede calvinista. L’unione, inizialmente felice, è caratterizzata dalla conversione di entrambi al cattolicesimo nel 1810, evento che segna profondamente la vita e la produzione letteraria dello scrittore. Enrichetta è stata una moglie devota e una madre affettuosa. La coppia, infatti, ha dieci figli, anche se molti di loro non sopravvivono morendo prematuramente. Le difficoltà economiche e la fragilità della donna, però, pesano sulla vita familiare. Manzoni, uomo schivo e introverso, si rifugia sempre più nello studio e nella scrittura, trovando nella religione un conforto alle sue angosce.
La morte di Enrichetta nel 1833 è un colpo durissimo per lo scrittore, che rimane profondamente segnato dal lutto. Questo evento accentua la sua tendenza alla malinconia e alla solitudine, già evidenti negli anni precedenti. Due anni dopo, però, sposa Teresa Borri Stampa, vedova di Stefano Stampa, appartenente a una famiglia della nobiltà lombarda. Teresa è una donna colta e brillante, molto diversa da Enrichetta, e il loro matrimonio suscita scalpore nei circoli milanesi.
Il rapporto tra i due, però, è complesso. Teresa, infatti, mostra un carattere forte e deciso, mentre Manzoni è più incline alla riservatezza e al raccoglimento spirituale. Nonostante ciò, il loro legame dura fino alla morte della donna nel 1861, anche se, di fatto, non è mai stato sereno. Le difficoltà di convivenza e le divergenze caratteriali, infatti, hanno reso l’unione spesso tesa.