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Home » Cultura » Hotel Supramonte, testo e significato della canzone in cui Fabrizio De André raccontò il suo sequestro

Hotel Supramonte, testo e significato della canzone in cui Fabrizio De André raccontò il suo sequestro

Il 27 agosto 1979 Fabrizio De André e Dori Ghezzi furono sequestrati in Sardegna. All'esperienza Faber dedicò la canzone Hotel Supramonte.
Tiziana MorgantiDi Tiziana Morganti27 Agosto 2024
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Dori Ghezzi Fabrizio De André e i carabinieri
Dori Ghezzi Fabrizio De André e i carabinieri (fonte: Il giornale di Salerno)
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Un grande artista riesce a trarre della poesia da qualsiasi evento esterno, anche il meno gradevole e più complesso. Questo, almeno, è quanto è riuscito a fare Fabrizio De André dopo il suo sequestro avvenuto nel 1979 in Sardegna. Per quattro mesi, infatti, il cantautore è rimasto imprigionato insieme alla compagnia Dori Ghezzi in quello che, nel testo di una delle sue canzoni più note, viene definito come hotel Supramonte.
Nello specifico Supramonte è una montagna dell’entroterra sardo utilizzata come base dall’organizzazione criminale locale. Nel testo, mai scontato come tutti quelli nati dalla penna di De André, si evince la condizione di difficoltà, fisica ed emotiva, in cui hanno vissuto sia lui che Dori Ghezzi in quei lunghi 117 giorni di sequestro.
Ma cosa è accaduto effettivamente in quel 1979? De André e Dori Ghezzi si etano trasferiti in Gallura due anni prima. Qui la coppia aveva recuperato e ristruttura un vecchio stazzo, adagiato a fondo valle e circondato da un boschetto di lecci e querce. Per questo motivo, dunque, i banditi dell’anonima sequestri hanno avuto tutto il tempo di controllare gli spostamenti della coppia, appostati presso la loro tenuta dell’Agnata.
I titoli di giornali per il rapimento di Dori Ghezzi e Fabrizio De NAdrè
I titoli di giornali riguardo il rapimento di Dori Ghezzi e Fabrizio De Adré – Fonte: La rivista di Mulino
Il 27 agosto 1979, poi, decidono di entrare in azione alle 23, dopo una giornata in cui la casa è stata particolarmente affollata tra i genitori di Dori, la sorella ed il cognato. Fortunatamente la figlia della coppia era stata portata via proprio dai nonni per farle trascorrere alcuni giorni al mare. Per questo motivo, dunque, il sequestro non ha avuto delle ripercussioni troppo gravi.
Dopo l’avvio delle indagini, comunque, iniziano anche le lunghe trattative per il riscatto. Questo viene fissato a 550 milioni di lire ed il suo pagamento porta alla liberazione degli ostaggi. Alle 23 del 20 dicembre, a pochi chilometri da Alà dei Sardi, venne rilasciata Dori Ghezzi, che fu soccorsa da don Vico. Poco meno di 24 ore dopo, alle 21 del 21 dicembre, nei pressi di Buddusò, venne liberato anche Fabrizio. Quegli ultimi momenti sono stati ricordati da Dori Ghezzi con queste parole:
Il 20 dicembre il mio guardiano mi disse che avevano deciso di liberarci. Verso le 15, dopo aver mangiato pane e formaggio, ci incamminammo a piedi percorrendo un tratto di terreno molto scosceso, col viso incappucciato. Mi accompagnano due banditi, di cui il mio guardiano e un altro che non avevamo mai sentito, né visto. Camminammo per almeno 3 ore. Passammo vicino ad una cascata d’acqua, poi attraversammo un fiume. Sentivo l’abbaiare di cani, presumo vicino ad un casolare o forse un ovile; lo intuisco da alcuni rumori. Aspettammo tante, tantissime ore vicino ad una strada nascosti tra i cespugli fino a notte inoltrata. Sono circa le 23 quando finalmente arriva una macchina, una Citroën Pallas, che ci carica a bordo. Io ero sempre con le mani legate e mascherata, sorvegliata dai due banditi. Dopo un po’ di strada, forse mezz’ora, mi fecero scendere lasciandomi sul ciglio della strada in attesa che gli emissari venissero a prendermi.

Hotel Supramonte  Il testo

E se vai all’Hotel Supramonte e guardi il cielo
Tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo
E una lettera vera di notte, falsa di giorno
E poi scuse, accuse e scuse senza ritorno
E ora viaggi, ridi, vivi o sei perduta
Col tuo ordine discreto dentro il cuore
Ma dove, dov’è il tuo amore
Ma dove è finito il tuo amore
Grazie al cielo ho una bocca per bere e non è facile
Grazie a te ho una barca da scrivere, ho un treno da perdere
E un invito all’Hotel Supramonte dove ho visto la neve
Sul tuo corpo così dolce di fame, così dolce di sete
Passerà anche questa stazione senza far male
Passerà questa pioggia sottile come passa il dolore
Ma dove, dov’è il tuo cuore
Ma dove è finito il tuo cuore
E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
Ora il tempo è un signore distratto, è un bambino che dorme
Ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano
Cosa importa se sono caduto, se sono lontano
Perché domani sarà un giorno lungo e senza parole
Perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole
Ma dove, dov’è il tuo amore
Ma dove è finito il tuo amore

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