Che Leonardo da Vinci avesse mille talenti è risaputo. Ma che fosse anche un amante dei profumi e un esperto di fragranze, decisamente meno. A risolvere ogni dubbio al riguardo è una mostra che si terrà fino al 15 settembre nel luogo in cui dimorò gli ultimi giorni della sua vita nella valle francese della Loira. L’esposizione Leonardo da Vinci and the Perfumes of the Renaissance esplorerà questo aspetto inconsueto del genio fiorentino. Dal rapporto con le essenze, alle fragranze nascoste nei suoi dipinti. Fino alla realizzazione di accessori per custodire liquidi e paste profumate.
Da bravo studioso ogni cosa diventava una sfida per Leonardo, anche i vari processi di macerazione e distillazione dei profumi. E le ricette per la creazione di fragranze. Insomma, era a tutti gli effetti quello che oggi sarebbe definito un “naso”. Leonardo amava circondarsi di bruciatori per purificare l’aria dai batteri e diffondere un buon profumo.
Inoltre, la mostra metterà a disposizione 28 fragranze ispirate agli accessori d’epoca, con sentori di rosa, muschio, aloe, gelsomino, labdano e via di seguito, create per l’occasione da profumieri storici.
Molti indizi odorosi sono sparsi anche tra i quadri di Leonardo, come la Dama con l’ermellino, in cui la protagonista, Cecilia Gallerani, indossa una lunga collana nera e ambrata che emanava un profumo dolce.
Dove ha imparato così tanto sui profumi? Con ogni probabilità dalla madre Caterina. Una donna di modeste origini, che ha avuto il suo Leonardo dal rapporto illegittimo con il notaio da Vinci, ma di grande cultura. Forse originaria della Circassia, la donna, schiava, sarebbe poi diventata emancipata dopo un lungo percorso che l’ha portata nelle città più note per spezie e profumi, da Costantinopoli a Venezia.
Leonardo indossava profumi? Non lo sappiamo. Pare che Leonardo, assieme a un allievo, avesse creato una miscela a base di tuorlo d’uovo, semi di lino e olio di rosmarino. Non particolarmente invitante, va detto.