Diversi racconti sono legati ai Beatles ma uno dei più famosi è quello relativo alla presunta morte di Paul McCartney avvenuta a causa di un incidente stradale il 9 novembre 1966. Secondo questa narrazione, dopo un litigio con i suoi compagni di band, Paul prende la macchina per tornare a casa. Lungo la strada raccoglie Rita, un’autostoppista che, in preda all’entusiasmo dopo aver riconosciuto McCartney, lo distrae facendogli saltare un semaforo rosso. Di conseguenza la macchina sbanda, si schianta su un albero e prende fuoco. Il volto di Paul risulterebbe sfigurato e completamente irriconoscibile.
A questa morte, poi, sarebbe seguita una sostituzione con un sosia dalle medesime caratteristiche artistiche per non rischiare lo scioglimento della band. Una decisione presa, secondo i complottisti, dallo stesso John Lennon e dal manager Epstein. Ovviamente si tratta di un racconto leggendario che non trova riscontro nella realtà dei fatti.
Da dove nasce questa bufala? Da una serie di travisamenti relativi a veri incidenti (non mortali) che avevano coinvolto McCartney. Qualche escoriazione e nulla più. Che tuttavia, il 7 gennaio 1967, portarono anche alla diffusione della fake news di un incidente mortale, smentita dall’ufficio stampa della band. A ogni modo, già da tempo i giornali inglesi tempestavano i press agent del gruppo per chiedere lumi sulla salute di Macca. Ma a nulla servirono le rassicurazioni. Per i complottisti McCartney era morto.
E oltre a una serie di indizi sparsi praticamente in ogni album dei Beatles, la prova inconfutabile della scomparsa di Paul è mostrata niente meno che sulla cover dell’album Abbey Road, uscito il 26 settembre 1969.
Nella foto scattata da Iain Mcmillan sulle strisce pedonali davanti gli studi di registrazione nell’omonima via a Londra, si vedono camminare i “fab four”, uno dietro l’altro. Ognuno è vestito in modo diverso ma, l’unico ad essere scalzo è proprio Paul. Oltre a questo, poi, porta il passo in controtempo rispetto agli altri. Secondo alcuni, dunque, tutto questo rappresenterebbe un corteo funebre.
Ad aprirlo è John completamente vestito di bianco, nella rappresentazione di un angelo. Ringo, invece, indossa un sobrio completo nero che potrebbe far pensare al portatore della bara. Paul è a piedi scalzi, con gli occhi chiusi, e tiene la sigaretta con la destra pur essendo mancino e, per finire, George è in jeans e Clarks, indumenti che potrebbero far pensare al becchino in abiti da lavoro pronto per per scavare la fossa.
Si tratta di considerazioni del tutto pretestuose, come quella sulle lettere scritte sulla targa del Maggiolino Wolkswagen parcheggiato a sinistra nella foto. Che si riferirebbero alla data di nascita e morte del cantante.
E che, nel corso del tempo, non hanno trovato altri fondamenti pratici se non nell’ambito dei complottismo. Sta di fatto, però, che questo racconto ha contribuito a fortificare ancora di più, sempre che ce ne fosse bisogno, la fama dei Beatles e quella personale di Paul McCartney. Che sia stato proprio l’entourage della band a farla circolare nel momento di massimo successo?