La domenica delle Palme è una celebrazione cristiana che apre la Settimana Santa, periodo culminante dell’anno liturgico. Ricorre la domenica precedente alla Pasqua e commemora l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, evento descritto nei quattro Vangeli canonici. Questa festa ha origini antiche, profonde implicazioni teologiche e un ricco simbolismo liturgico che si è stratificato nei secoli.
Secondo quanto riportato nei Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, Gesù fece il suo ingresso a Gerusalemme cavalcando un’asina, in un gesto che richiama la profezia di Zaccaria: “Ecco, a te viene il tuo re… umile, cavalca un asino“. La folla, riconoscendolo come il Messia, lo accolse stendendo a terra mantelli e rami d’albero. Questo gesto di entusiasmo collettivo, apparentemente trionfale, anticipa però la passione e la crocifissione. Evidenziando un contrasto tra le aspettative del popolo e la missione di Cristo.
A livello liturgico, la domenica delle Palme segna l’inizio della Settimana Santa e prepara i fedeli alla Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. La celebrazione prevede due momenti distinti: la benedizione dei rami (di palma o di ulivo, a seconda delle regioni) e la processione, seguiti dalla Messa con la lettura del racconto della Passione.

Le prime testimonianze documentate della domenica delle Palme risalgono al IV secolo, soprattutto a Gerusalemme. L’Itinerarium Egeriae (o Peregrinatio Aetheriae), diario di una pellegrina spagnola del IV secolo, descrive una processione liturgica che si svolgeva sul Monte degli Ulivi e culminava nella città santa, seguendo le orme di Gesù.
Con il tempo, tale pratica si diffuse anche in Occidente. Già nel VII secolo, in Gallia e Spagna si trovano tracce della benedizione dei rami. Nel Medioevo, la liturgia della domenica delle Palme divenne più elaborata, comprendendo anche la rievocazione drammatizzata dell’ingresso a Gerusalemme.
Nell’antichità greco-romana la palma era associata alla vittoria, alla pace e all’immortalità. Nel contesto cristiano, assume anche un significato escatologico: i martiri, secondo il libro dell’Apocalisse (7,9), compaiono davanti al trono di Dio con “palme nelle mani”. Infine, in ambito ebraico, la palma rappresentava anche accoglienza festosa e gioia. Durante la festa di Sukkot, ad esempio, venivano agitati rami di palma (i lulav), in segno di gratitudine verso Dio. Questo spiega anche il gesto delle folle al passaggio di Gesù: stendere mantelli e agitare palme era un atto rituale di omaggio a una figura regale o divina.
In molte regioni italiane e europee si conservano ritualità popolari legate alla domenica delle Palme. I rami benedetti, per esempio, vengono conservati nelle case come segno di protezione. In alcune tradizioni contadine, il ramo benedetto veniva anche posto nei campi per invocare un buon raccolto.