Il nome Smemoranda, abbreviato in Smemo, ha un significato ironico che stravolge la funzione per la quale utilizziamo un’agenda o un diario, quello di ricordare o fissare cose da fare o appuntamenti (o ricordare per il futuro, cose fatte o vissute). Un nome un po’ pazzo, che stravolgendo un po’ la parola “memorandum” (promemoria), si pone come un’agenda imperfetta, alternativa e fuori dagli schemi, accattivante per i teenager più colti.
Di sicuro, Smemoranda è stata l’agenda – diario alternativa, con una spiccata personalità, rispetto alle seriose agende classiche, che però nel corso dei mesi si prestava a rispecchiare la personalità di chi la possedeva. La Smemo è stata il diario di molti studenti, di più generazione, a partire dalla fine degli anni ’70, ma è tra gli anni ’90 e 2000 che ha acquisito lo status di “cult” generazionale.
La Smemo, fondata da Nico Colonna con Gino e Michele – autori televisivi conosciuti anche per Zelig – ospitava tra le sue pagine approfondimenti, testi umoristici, canzoni, vignette, illustrazioni e molto altro come un giornale, però lasciando ampio spazio a chi la acquistava, per scrivere i suoi pensieri o per fissare cose importanti da fare. Non solo, ma tra i banchi di scuola, la Smemo (come tutti gli altri diari) veniva anche momentaneamente ceduta ai propri amici e compagni di classe, perché potessero leggerla, farsi gli affari altrui o scrivere a loro volta dei messaggi, anche un semplice TVB. Per questo motivo Smemo viene considerata l’antesignano dei social network, perché chi scriveva sull’agenda, nella stragrande maggioranza dei casi sapeva, che i suoi scritti venivano letti anche da altre persone, in classe, quindi diventavano anche un veicolo per far condividere i proprio stato d’animo o per far sapere delle cose, in maniera strategica, alla persona che in quel momento era il nostro interesse sentimentale. Il tutto vergato a penna, pennarello o uniposca.
Smemoranda e liceo per me sono sinonimi pic.twitter.com/u6yJKvOdlt
— francesco (@fmani93) January 19, 2024
Chi ha amato e usato la Smemo lo ha fatto in maniera molto personale: tra chi la teneva in ordine riuscendo a farla arrivare intatta fino alla fine dell’anno e chi invece la “smembrava”, infilando di tutto tra le sue pagine: cartoline, adesivi, foto, biglietti di autobus, cinema, concerti, fiori secchi, bigliettini d’auguri o lettere, se non addirittura degli oggetti. La Smemo, da mattone di carta qual era, diventava lo “spazio pubblico” attraverso il quale il suo proprietario e la sua cerchia di amicizie si esprimevano.
#Smemoranda è fallita.
Leonardo di Caprio.
Nick Carter.
Alessandro Del Piero.
“Cioè”, le carte telefoniche, i messaggi dei Baci Perugina.
“La bionda colpisce, la rossa tradisce, ma la castanella è sempre la più bella”.
“80 voglia di te, 70 ne hai per me, 16 che mi ami, 6 mia”. pic.twitter.com/8oM6Z5Ikaa— Alessia Cuffia (@alessiacuffia) January 20, 2024
Ciao Smemo, senza le tue pagine extra da riempire di dediche canzoni ritagli e cazzate il mio liceo sarebbe stato molto triste pic.twitter.com/ABd4lEscDt
— Il farmacista di Lavagna (@neodie) January 19, 2024