Il 20 giugno, alle ore 22:50, si entra formalmente nel solstizio d’estate, ossia il momento in cui il sole tocca il punto più alto rispetto all’orizzonte ed è visibile per più ore dal nostro emisfero. Un evento che da vita al giorno più lungo dell’anno, per quanto riguarda la luce, ed anche ad una notte considerata da sempre magica proprio per la sua brevità.
In questo specifico momento, dunque, gli antichi hanno dato vita a delle ritualità portafortuna che, con l’avvento del cristianesimo, sono state unite e sovrapposte alle festività legate alla nascita di San Giovanni, che cade proprio il 24 giugno.
Un’usanza, questa non insolita, soprattutto nei primi anni in cui il cristianesimo è diventato religione di stato. In questo modo, infatti, diverse celebrazioni pagane sono state ammantate di un significato cattolico per permettere più agevolmente il passaggio al nuovo credo. Nonostante questo, però, alcuni riti sono sopravvissuti soprattutto nelle realtà contadine. Scopriamo quali sono.
Il fuoco purificatore
Dalla notte dei tempi il fuoco ha una doppia valenza. Da una parte è portatore di distruzione, dall’altra richiama purificazione per un nuovo inizio. Nella notte del solstizio d’estate, dunque, in molti luoghi è tradizione accendere dei falò per scacciare le tenebre e celebrare il bene con la luce. La ritualità prevede di bruciare le erbe vecchie, saltare il fuoco per avere fortuna e cospargersi il campo con la cenere. Nel caso, però, si voglia portare a termine questo rito all’interno delle proprio case, è più che sufficiente accendere una candela.
Il mazzetto di San Giovanni
Un’altra tradizione importante per propiziare buona fortuna è la raccolta delle erbe nuove. In sostanza si va componendo quello che viene chiamato come il mazzetto di San Giovanni. Secondo alcuni deve essere composto da sette erbe, numero indubbiante magico. Per altri, invece, il numero esatto è il nove. Qualunque sia la scelta, però, non possono mancare:
- Iperico
- Artemisia
- Lavanda
- Mentuccia
- Malva
- Rosmarino
- Aglio
- Prezzemolo
Dopo aver composto il mazzetto la tradizione consiglia di posizionarlo sotto il cuscino per garantire dei sogni sereni.
L’acqua di San Giovanni
La rugiada che copre i prati nella notte del solstizio d’estate o di San Giovanni (il 23 giugno) porta a nuova fioritura la natura. Per questo motivo nasce il rito dell’acqua di San Giovanni da raccogliere e bere per allontanare il malocchio e favorire la fecondità. Anche in questo caso non è necessario un’ambientazione campestre. Il rito, infatti, può essere tranquillamente portato a termine in casa.
La ricerca dell’amore
Da sempre molti riti pagani hanno avuto lo scopo di svelare informazioni importanti sull’amore. Anche la notte del solstizio d’estate, dunque, chiunque desideri sposarsi, ha la possibilità di vedere il futuro sposo o sposa riflesso in un pozzo, nello specchio o in sogno. Uno dei riti più famosi, in questo senso, è quello dell’uovo. E’ sufficiente versarne l’albume in un bicchiere d’acqua e lasciarlo sulla finestre tutta la notte perché raccolga la rugiada di San Giovanni. Il mattino, la forma composta dall’uovo svelerà delle informazioni sul futuro sentimentale. Ovviamente è necessario l’utilizzo della creatività per comprendere eventuali segnali.
La felce porta soldi
Per finire ecco un piccolo rito propiziatorio per l’arrivo di un guadagno troppo atteso. Per chiamare i soldi, infatti, basta raccogliere una figlia di felce durante la notte del 23 giugno e metterla in tasca. Importante, poi, è anche il ritrovamento del seme fatto cadere dalla pianta proprio in occasione della celebrazione di San Giovanni. Chi lo vede, infatti, è destinato ad avere nella sua vita un tesoro.