La Commissione Warren, istituita dal Presidente Lyndon B. Johnson nel 1963, indagò sull’assassinio di John F. Kennedy. Dopo quasi un anno di lavoro, concluse che Lee Harvey Oswald agì da solo. Tuttavia, il rapporto sollevò controversie, alimentando teorie cospirative che perdurano fino ad oggi. Come mostrato nel film di Oliver Stone, JFK e anche in un’intervista recente del regista Rob Reiner.
Il 22 novembre 1963, John F. Kennedy fu assassinato a Dallas, in Texas, mentre viaggiava in una limousine scoperta. Le sue ultime parole? Si riferirono all’orgogliosa certezza di essere amato dal suo popolo. Fu un trauma, la morte di Kennedy, da cui gli americani e il mondo faticarono a riprendersi.
Il successore di JFK Lyndon B. Johnson, nel tentativo di fare luce sull’evento e calmare una nazione sconvolta, creò la Commissione Warren, presieduta dal Capo della Corte Suprema Earl Warren. Il compito della Commissione era indagare sul delitto e sul successivo omicidio del presunto assassino di Kennedy, Lee Harvey Oswald.
Il 29 novembre 1963, Johnson emise un ordine esecutivo per istituire la “President’s Commission on the Assassination of President Kennedy”, composta da sette membri di alto profilo, tra cui politici di spicco come il Repubblicano Gerald Ford (che sarebbe diventato nel 1974 presidente americano) e l’ex direttore della CIA Allen Dulles. La Commissione si concentrò sulla raccolta di prove e rapporti governativi, analizzando anche la vita e le motivazioni di Oswald.
Durante nove mesi di lavoro, la Commissione consultò documenti dell’FBI, dei Servizi Segreti e di altri organi federali. E ascoltò oltre 500 testimoni. Tra questi, anche Abraham Zapruder, l’uomo che riprese con la sua telecamera l’omicidio del presidente.
Il rapporto finale, presentato il 24 settembre 1964, concluse che Oswald aveva sparato tre colpi da una finestra del Texas School Book Depository, uccidendo Kennedy e ferendo il governatore del Texas, John Connally. La Commissione determinò anche che Jack Ruby, l’uomo che uccise Oswald due giorni dopo l’arresto, aveva agito da solo, senza collegamenti a cospirazioni più ampie.
Nonostante le sue conclusioni ufficiali, il rapporto non riuscì a mettere a tacere i dubbi. Molti critici sostennero che l’indagine trascurò elementi cruciali, come analisi balistiche aggiuntive e prove filmate, e avanzarono teorie secondo cui la CIA, la mafia o persino governi stranieri avrebbero potuto essere coinvolti. Nel 1979, una nuova indagine del Congresso stabilì che era “probabile” l’esistenza di un secondo tiratore, alimentando ulteriormente il dibattito.
La documentazione raccolta dalla Commissione Warren è conservata negli Archivi Nazionali e, sebbene molte informazioni siano ora accessibili, alcuni file, come i rapporti sull’autopsia di Kennedy, rimangono riservati.