Abraham Zapruder, un sarto di origine ucraina emigrato negli Stati Uniti, è entrato nella Storia a sua insaputa. Appassionato di fotografia, infatti, diventa il testimone per eccellenza dell’omicidio del presidente John Fitzgerald Kennedy a Dallas il 22 novembre 1963. Quel giorno, incuriosito dal passaggio del corteo presidenziale, decide di immortalare l’evento con la sua cinepresa 8mm. La stessa che avrebbe registrato le uniche immagini del drammatico momento e che sarebbero state acquistate dalla rivista Life in esclusiva.
Il filmato dura solamente 26 secondi ma mostra in modo crudo e dettagliato gli istanti in cui Kennedy viene colpito dai proiettili. Si comprende, dunque, perché queste immagini, cariche di un realismo sconcertante, abbiano fatto il giro del mondo, diventando una delle prime testimonianze visive di un evento di portata storica.
A questo si è aggiunta l’importanza del materiale per motivazioni investigative. Il filmato, infatti, è stato analizzato frame per frame cercando di individuare particolari che potessero svelare la verità sulla morte del presidente. E, per lo stesso motivo, sono state utilizzate anche da Over Stone per il suo JFK – Storia di un assassinio e per l’ultimo JFK Revisited: Through the Looking Glass.
Questo evento e, in modo particolare, il filmato registrato, ha finito con l’incidere negativamente sulla vita di Zapruder. In pochi giorni, infatti, l’uomo è passato da un tranquillo anonimato ad essere conteso da stampa e televisione alla ricerca di uno scoop o di una dichiarazione sensazionalistica. In sostanza, dunque, negli anni successivi ha sentito su di sé la pressione di essere “il testimone”. L’uomo che, involontariamente, ha consegnato al mondo l’istante che ha sconvolto l’America. Secondo alcuni, dunque, è proprio per le pressioni subite nel corso del tempo che Zapruder morirà a soli 65 anni nel 1970.