Con il nome di Barbablù non si intende soltanto il burbero antagonista dell’omonima fiaba di Perrault: esso è stato anche usato per indicare alcuni famosi assassini seriali realmente esistiti, in particolare quelli che prendevano di mira delle donne. Il più celebre di questi è probabilmente il francese Henri Landru, soprannominato appunto il Barbablù di Gambais, che si rese colpevole non solo di truffa e appropriazione indebita, ma anche e soprattutto dell’omicidio di 10 donne e un ragazzino dal 1915 al 1919.
Henri Désiré Landru, nato a Parigi nel 1869, si guadagna da vivere con lavori saltuari e con qualche truffa ai danni di facoltosi investitori, ai quali promette i progetti di fantomatiche invenzioni per poi darsi alla fuga con il compenso. Per questa ragione trascorre qualche anno in carcere, dove scaccia la noia leggendo le rubriche per cuori solitari pubblicate sui giornali: è così che si rende conto della grande fragilità emotiva di alcune donne, molte delle quali benestanti e alla disperata ricerca del vero amore. Decide allora di progettare la sua truffa più grande, e sicuramente quella più sanguinosa, che consiste nel sedurre donne ricche per poi ucciderle e impossessarsi del loro patrimonio.
Mentre in Europa imperversa la Prima Guerra Mondiale, Landru fa strage di cuori e – letteralmente – di vedove, che attira prima in una villa vicino a Vernouillet e poi in una villa più isolata a Gambais: inventando con sorprendente dovizia di particolari una nuova identità per ogni vittima, egli le affascina con la sua gentilezza e raffinatezza e le illude con l’idea di un possibile matrimonio. Non appena riesce a convincerle a firmare deleghe e procure in cui gli danno accesso a tutti i loro averi, Landru le uccide, probabilmente strangolandole; i loro corpi, fatti a pezzi, vengono gettati e bruciati nella stufa della villa.

I vicini di casa di Landru, infastiditi dal forte odore proveniente dalla sua abitazione, chiamano più volte la polizia, che però non riesce a trovare indizi convincenti nella tenuta. Solo nel 1919 avviene l’arresto, dopo che un’amica di una delle donne scomparse (Célestine Buisson) lo riconosce e lo denuncia. Landru non si scompone più di tanto, prendendo anzi in giro gli agenti che lo portano via in manette. Anche nel corso delle indagini mantiene lo stesso atteggiamento supponente e continua a proclamarsi innocente, ma nel frattempo la polizia ha modo di perquisire attentamente la villa e di reperire prove schiaccianti, tra cui un taccuino in cui egli stesso annotava alcune informazioni sulle sue vittime.
Il processo si tiene alla Corte d’Assise di Versailles nel 1921, e attira l’attenzione di tutta Europa per l’efferatezza dei delitti portati alla luce: sono ben 11 le vittime accertate di Landru, ormai ribattezzato il Barbablù di Gambais, che viene giudicato colpevole e condannato a morte tramite ghigliottina. L’assassino non perde la sicurezza di sé nemmeno quando la giuria emette la sua sentenza, e trascorre i suoi ultimi giorni nella massima serenità. La sua testa mozzata e mummificata è esposta al Museum of Death di Hollywood.
La storia del caso Henri Landru ha colpito molto l’immaginario collettivo, al punto che il killer è stato citato o rappresentato in numerosi libri e film: tra questi citiamo L’uomo che guardava passare i treni, Monsieur Verdoux (1948), Totò e le donne (1952), Il sorpasso (1962) e Totò contro i quattro (1963).