Il nome di Herbert Kappler, ufficiale delle SS tedesche e comandante della Gestapo a Roma durante l’occupazione nazista, é tristemente noto per aver organizzato e diretto l’eccidio delle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. Una pagina drammatica della Storia che ha visto massacrare ben 335 civili e prigionieri italiani come rappresaglia per un attacco partigiano contro le truppe naziste.
Herbert Kappler nasce a Stoccarda il 23 settembre 1907. La sua carriera militare inizia nel 1931, quando si unì al Partito Nazista, e successivamente entrò a far parte delle SS. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Kappler fu a capo della polizia di sicurezza tedesca (Sicherheitspolizei) e del Servizio di sicurezza (Sicherheitsdienst) a Roma. Sposa Anneliese Kappler nel 1972 mentre era in prigione e con lei non ebbe figli.
Tuttavia adottò un ragazzo della Lebensborn, istituzione nazista per la procreazione di tedeschi di pura razza ariana, dopo il divorzio dalla prima moglie Nora, che lo aveva tradito numerose volte. Come detto, fu la mente organizzativa dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Tutto ha inizio il 23 marzo 1944, quando i partigiani italiani del GAP, Gruppi di Azione Patriottica, attaccano una colonna di soldati tedeschi in via Rasella, nel centro di Roma, uccidendo 33 militari. Hitler ordina immediatamente una rappresaglia e Kappler, insieme al generale delle SS Karl Wolff e al colonnello Eberhard von Mackensen, stabilisce la regola di dieci italiani fucilati per ogni tedesco morto.

Senza un vero processo, dunque, seleziona 335 prigionieri, tra partigiani, antifascisti, ebrei e semplici civili, molti dei quali già detenuti nelle carceri di via Tasso e Regina Coeli. Il 24 marzo, tutti loro vengono condotti alle Fosse Ardeatine, una cava abbandonata alla periferia di Roma, e uccisi con un colpo di pistola alla nuca. Per nascondere l’eccidio, poi, le cave vengono fatte esplodere. Nonostante questo, però, il barbaro eccidio viene finalmente alla luce grazie alla testimonianza di chi abita nei dintorni e ad alcuni familiari delle vittime, giunti sul posto.
Ma quale é stata la sorte di Kappler dopo questo evento? Alla fine della guerra, viene arrestato e processato in Italia. Nel 1948, poi, arriva la condanna all’ergastolo per crimini di guerra con successivo imprigionamento nel carcere militare di Gaeta. Questo fino al 1977. In quell’anno, malato di cancro, riesce a fuggire dall’ospedale militare del Celio, dove era stato trasferito, con l’aiuto della moglie. Riesce, dunque, a tornare in Germania, ma muore pochi mesi dopo, nel febbraio 1978. La sua fuga, ovviamente, suscita grande indignazione in Italia, soprattutto tra i familiari delle vittime delle Fosse Ardeatine, che non hanno mai visto pienamente scontata la sua condanna.